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Questo articolo è stato pubblicato il 23 giugno 2014 alle ore 13:32.
L'ultima modifica è del 23 giugno 2014 alle ore 14:14.

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(Reuters)(Reuters)

La trattativa tra l'Argentina e i fondi di investimento americani è partita. Prima rifiutata, poi contemplata, poi ancora rigettata. Alla fine avviata.
La presidenta argentina Cristina Fernandez de Kirchner ha cambiato radicalmente i toni rivolti agli hedge fund: dal "no pasaran" al "fateci pagare a rate".
L'Argentina deve rifondere ai fondi speculativi Elliot management e Nml capital, che avevano acquistato il debito argentino a prezzi molto scontati dopo la crisi del 2001, oltre 1,3 miliardi di dollari.

Il presidente argentino Cristina Fernandez de Kirchner ha dichiarato che il ministro dell'economia Axel Kicillof si sta preparando a una serie di incontri con i creditori e il giudice del distretto di New York Thomas Griesa. Secondo alcune indiscrezioni i fondi hedge potrebbero accettare il pagamento dei crediti con una parte cash, una in altri titoli e una terza parte rinegoziando le scadenze.
Intanto l'Argentina torna a rivolgersi agli americani. Dopo la pagina acquistata venerdì sul Wall Street Journal, Buenos Aires si è rivolto domenica al pubblico statunitense del New York Times e del Washington Post. Il messaggio è lo stesso: viene spiegata la posizione dell'Argentina nella . L'Argentina ribadisce inoltre la sua volontà a trattare e chiede trattative "eque". Una lancia a favore di Buenos Aires è stata inaspettatamente spezzata dal Wall Street Journal, che alcuni giorni fa ha riportato dati e cifre di alcuni fondi speculativi che hanno già tratto molti vantaggi dalla crisi argentina. E' il caso di Gramercy Funds Management che nel 2014 ha venduto, guadagnandoci, la maggior parte dei bond argentini che aveva acquistato a partire dal 2007.

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