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Questo articolo è stato pubblicato il 24 giugno 2014 alle ore 09:28.
L'ultima modifica è del 24 giugno 2014 alle ore 20:58.

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«L'Italia intende presentarsi alla guida del semestre europeo con un pacchetto unitario di riforme» che si sviluppa su un «medio periodo politico di mille giorni: dal primo settembre 2014 al 28 maggio 2017». Così il premier Matteo Renzi alla Camera alla presentazione del programma per il semestre italiano. «Indipendentemente dall'appartenenza politica e dal giudizio delle ultime elezioni, dobbiamo riconoscere che portiamo in Europa un'Italia forte», ha aggiunto il premier, auspicando al vertice Ue di giovedì e venerdì prossimo un «accordo complessivo sulle nomine», sulle quali Renzi ha rivendicato il successo dell'Italia («prima le linee strategiche dell'Europa, poi i nomi»). Il presidente del consiglio ha poi assicurato: «Non è in discussione il rispetto delle regole, noi non chiediamo violare la regola 3%, ma o l'Europa cambia marcia o non esiste la possibilità di crescita». Tanto più che «se non aumenteranno i posti di lavoro non ci sarà nessuna stabilità». Anche perché «l'Italia ancora non è uscita ancora dalla crisi». La risoluzione di maggioranza che approva le comunicazioni del presidente del Consiglio Matteo Renzi sul semestre italiano di presidenza dell'Ue ha avuto l'ok dell'Aula della Camera con 296 sì, 169 no e 8 astenuti. A partire dalle 16,30 la replica dell'intervento al Senato.

Da semestre via pacchetto riforme in 1000 giorni
«L'Italia intende presentarsi al semestre con un pacchetto unitario di riforme» che si sviluppa su un «arco di tempo sufficiente, un medio periodo politico di mille giorni: dal primo settembre 2014 al 28 maggio 2017», ha detto il premier alla Camera. E ha aggiunto: «Indichiamo un arco temporale ampio, sul quale sfidiamo il Parlamento: vi proponiamo un arco di tempo quasi triennale, mille giorni, in cui individuare, già entro l'1 settembre 2013, in modo esplicito come cambiare il fisco, lo sblocca Italia, come interviene dai diritti all'agricoltura, dalla Pa al Welfare,come migliorare il paese».

Rispettiamo regole, ma c'è modo e modo di farlo
Renzi ha assicurato che l'Italia non ha intenzione di violare le regole dei trattati. «Abbiamo sempre detto che rispettiamo le regole. Non è in discussione: l'abbiamo sempre rispettate e continueremo a farlo ma c'è modo e modo di affrontare le regole» ha ribadito il premier Renzi, che ha aggiunto: «Noi non chiediamo violare la regola 3%, a differenza di quello che fece la Germania in passato».

Chi parla solo di stabilità viola trattato
Ma o l'Europa «cambia direzione di marcia o non esiste possibilità di sviluppo e crescita». Per Renzi, infatti «viola il trattato chi parla solo di stabilità, non chi parla di crescita». E ancora: «Non c'è possibile stabilità senza crescita. Senza crescita c'è l'immobilismo». Non solo. «In questi anni si è affidato alla moneta il compito di costruire l'Europa, e sia detto senza alcun riferimento critico al valore fondamentale delle politiche economiche e finanziarie del processo di integrazione». Ma la moneta unica, ha arringato Renzi «non basta» da sola.

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