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Questo articolo è stato pubblicato il 25 giugno 2014 alle ore 13:55.
L'ultima modifica è del 25 giugno 2014 alle ore 18:16.

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Faccia a faccia stamattina al Quirinale tra il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Un incontro che «si è svolto in vista della prossima riunione del Consiglio europeo» e «ha affrontato le prospettive che si presentano per un mandato di forte rinnovamento delle politiche dell'Unione europea su cui si impegni il candidato presidente della Commissione». Lo ha reso noto la presidenza della Repubblica.

Telefonata Obama-Renzi a vigilia vertice Ue
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha avuto poi oggi una conversazione telefonica con il presidente americano Barack Obama. Al centro del colloquio i temi internazionali, alla vigilia del Consiglio europeo di Bruxelles, e in particolare la delicata situazione in Ucraina. Lo si apprende da fonti di palazzo Chigi.

Napolitano: dall'Italia un forte cambiamento nelle politiche Ue
Anche nell'incontro di martedì scorso con i gruppi guidati dal presidente ad interim del Parlamento Ue Gianni Pittella, il presidente Napolitano aveva ribadito con chiarezza il ruolo forte dell'Italia e la necessità di un cambio di passo dell'Ue. «La presidenza italiana del semestre è proponente di un forte cambiamento nelle politiche dell'Unione e anche degli assetti istituzionali», aveva detto il capo dello Stato.

Renzi: in Ue flessibilità in cambio di riforme
Una linea consivisa dal premier Renzi che ieri, nel discorso di presentazione delle linee guida del semestre italiano di presidenza dell'Ue, è andato all'attacco. Per chiedere «con grande convinzione e determinazione» una svolta, fatta di crescita e occupazione («senza lavoro non c'è stabilità») ma anche di impegni sull'immigrazione. E ha calato le carte sulla sua ricetta: «flessibilità» nell'applicazione dei trattati (ossia nel rientro dsal debito pubblico monstre, ndr) in cambio di quelle riforme che Roma è pronta ad assicurare in «mille giorni». Senza sforare il 3% del rapporto deficit-Pil. Assicurando che al tavolo dei 28 l'Italia si presenta «forte», con una autorevolezza recuperata». E puntando a un «accordo complessivo sulle nomine», sulle quali Renzi ha rivendicato il successo dell'Italia («prima le linee strategiche dell'Europa, poi i nomi»). Con un obiettivo: promuovere Federica Mogherini a "ministro degli Esteri Ue".

Nomine Ue: in agenda vertice 'solo' presidente Commissione
Fonti del Consiglio Ue citate dall'Ansa riferiscono però come un'«ampia maggioranza» di Paesi Ue vuole procedere, in occasione del vertice di domani e venerdì, solo alla designazione del futuro presidente della Commissione Ue (nella persona dell'ex premier lussemburghese Jean-Claude Junker) . Non è escluso tuttavia che durante il summit si parli anche delle altre nomine. Che però, secondo le stesse fonti, saranno fatte «presto» ma successivamente. Inoltre, se David Cameron chiederà di votare sul presidente della Commissione Ue, si procederà alla conta dei voti così come prevedono le regole del Consiglio.

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