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Questo articolo è stato pubblicato il 27 giugno 2014 alle ore 16:27.
L'ultima modifica è del 27 giugno 2014 alle ore 16:28.

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(Reuters)(Reuters)

L'Ucraina, la Georgia e la Moldova, tre Paesi dell'ex blocco sovietico (Urss), hanno firmato accordi di associazione con l'Unione europea. Svanisce il sogno del presidente russo Putin, accarezzato in questo ultimo anno con la vittoria diplomatica e d'immagine sugli Stati Uniti nella crisi siriana e l'annessione della Crimea a marzo, di riformare un blocco con i vecchi confini dell'Unione sovietica ad egemonia russa. Non a caso oggi 27 giugno 2014 è definito «un giorno storico per il mio Paese, il più importante dall'indipendenza» dal presidente ucraino Petro Poroshenko al suo arrivo al vertice Ue dove ha firmato la seconda e ultima parte del pacchetto dell'Accordo di associazione con l'Ue. Pacchetto che aveva scatenato la rivolta di piazza del febbraio scorso culminata con la cacciata del presidente filorusso Yanukovich, il cambio di governo e le tensioni Russia-Ue-Usa che hanno portato l'esclusione di Mosca dal G8 divenuto ora G7.

La firma di oggi ovviamente non farà cessare i problemi economici dell'Ucraina e la guerriglia separatista a est né verrà meno la leva energetica a disposizione del Cremlino che già ha mostrato tutta la sua irritazione. La sottoscrizione di accordi di associazione (AA) e di cooperazione economica (DCFTA) non spalanca poi, automaticamente, le porte di Bruxelles, e Kiev ha di fronte come prima una strada in salita con i soliti problemi, politici ed economici da risolvere con la Russia.

Tensione fra Mosca e Kiev
Mentre a Bruxelles si firma l'accordo, infatti, in Ucraina i filorussi liberano quattro osservatori Osce, sempre a est i separatisti prendono base militare a Donetsk, e da Mosca arrivano nuovi segnali di tensione: Sergei Glazyev, influente consigliere del presidente Putin, definisce Poroshenko un «nazista» e la firma dell'accordo con l'Ue «illegittima»; il viceministro degli esteri russo Grigory Karasin minaccia «gravi conseguenze» dopo la firma. «La conclusione di un tale accordo» ha detto Karasin «impatta significativamente sul concetto di sovranità».

Nonostante questi attacchi, Poroshenko, che ieri s'era detto pronto a concludere un accordo di pace con Putin , ha sottoscritto oggi la parte economica dell'intesa, dopo che quella politica era stata già siglata a marzo dal primo ministro Arseni Yatseniuk.

Si conclude così formalmente il travagliato capitolo iniziato alla fine di novembre 2013, quando l'allora capo di stato Yanukovich aveva dato lo stop al processo di avvicinamento all'Europa, scegliendo la collaborazione con la Russia e scatenando le proteste che hanno portato alla rivoluzione di febbraio.

Le parole di Glyziev confermano però il patto con l'Ue porterà ulteriori problemi con la Federazione russa, che con l'ingresso dell'Ucraina nello spazio economico europeo potrebbe reagire imponendo restrizioni alle esportazioni di Kiev verso Mosca, mettendo in difficoltà presidente e governo impegnati nel tenere a galla il Paese.

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