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Questo articolo è stato pubblicato il 29 giugno 2014 alle ore 08:12.

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Per Orsoni «l'esito era prevedibile. La scelta di accettare il patteggiamento era stata dettata dalla necessità di tutelare l'Amministrazione, ben consapevole della assoluta infondatezza dei fatti addebitati. Questa decisione mi consente finalmente di difendermi appieno nel processo». Per la procura infine, sarebbe stato meglio avere una pena leggera ma certa, piuttosto che una più rigida ma probabilmente annullata dalla prescrizione. Ora si dovrà attendere il processo. Ieri, il tribunale del riesame di Venezia, ha respinto la richiesta di libertà, o di attenuazione di misura preventiva, dell'ex assessore regionale alle Infrastrutture Renato Chisso e del dirigente Enzo Casarin. Il procuratore aggiunto Carlo Nordio ha affermato che tale pronuncia «dimostra la fondatezza dell'intero impianto accusatorio. Anche il rigetto dell'istanza di patteggiamento del professor Orsoni si colloca in questa linea»
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L'INCHIESTA
Gli arresti
La terza fase dell'inchiesta coordinata dal procuratore di Venezia Luigi Del Pino sullo scandalo tangenti per il progetto Mose, l'opera progettata per difendere Venezia dalle acque alte elevate, è scattata lo scorso 4 giugno. Arrestate 35 persone fra cui il sindaco Giorgio Orsoni (ai domiciliari). Sequestrati beni per 40 milioni
I nomi
Fra gli arrestati compaiono due ex presidenti del magistrato alle Acque, il generale in pensione Emilio Spaziante, l'assessore alla Mobilità Renato Chisso con altri funzionari regionali, l'amministratore di Palladio finanziaria Roberto Meneguzzo. Per l'ex governatore del Veneto Giancarlo Galan la richiesta è s tata inoltrata alla Camera che deciderà entro l'11 luglio
Le accuse
Illecito finanziamento ai partiti, corruzione, frode fiscale. Le indagini avviate nel 2009 avevano portato a individuare fondi illecitamente creati da società del consorzio Venezia Nuova (di cui era presidente Giovanni Mazzacurati), concessionario unico dell'opera, e usati per corrompere e finanziare forze politiche comunali, regionali e nazionali
La vicenda del sindaco Orsoni
Il sindaco era stato posto ai domiciliari con l'ipotesi di finanziamento illecito per 260mila euro. Dopo la misura cautelare per Orsoni c'era stato il ritorno in libertà (12 giugno) e le dimissioni da sindaco (13 giugno). Ieri il Gup di Venezia ha respinto l'ipotesi di patteggiamento a 4 mesi di reclusione su cui l'ex sindaco si era accordato con i pm

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