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British Open, che emozione
di Carolina Durante | 21 luglio 2014
Si è concluso ieri in Inghilterra il 143° Open Championship, quello che noi chiamiamo comunemente il British Open, regalando agli appassionati una delle edizioni più emozionanti degli ultimi anni. Da ricordare negli annali, in primo luogo la vittoria di Rory McIlroy, che eguaglia il record di Jack Nicklaus e Tiger Woods – come dire, l'Olimpo della storia del golf mondiale – per aver aggiunto al suo palmarès il terzo titolo del Grande Slam (dopo lo US Open 2011 e il PGA Championship 2012) alla giovane età di 25 anni; e poi, la lotta per contrastare il nordirlandese ad opera di due giocatori di grande carisma – il californiano Rickie Fowler e lo spagnolo Sergio Garcia – scattata però troppo tardi per raggiungere McIlroy, in testa alla classifica con largo vantaggio sin dal primo giorno; ma soprattutto, per noi italiani, la grande gara giocata dai nostri portacolori, che – ciascuno a fasi alterne – hanno occupato le parti altissime della graduatoria, per poi terminare entro i primi 20 su 156 concorrenti, la crème del golf mondiale: un exploit mai riuscito prima, da incorniciare.
Se c'era un dubbio che al Circolo Golf Torino, dal 28 al 31 agosto, gli azzurri potessero arrivare non in forma per il 71° Open d'Italia, be', con il risultato al Royal Liverpool Golf Club di Hoylake è stato del tutto fugato: Edoardo Molinari, il fratello Francesco e Matteo Manassero attaccheranno il percorso a loro ben noto all'interno del Parco della Mandria con i ferri in sacca caldissimi.
Basta guardare alle performance degli ultimi tempi, in cui i "nostri" si sono ritrovati più volte nelle parti alte della classifica. Manassero, reduce dal 4° posto nello Scottish Open la settimana precedente, è partito con grande slancio nel British Open con un 67 nel primo giro col quale si era guadagnato la seconda posizione parziale; il rendimento nei tre giri successivi è stato poi altalenante, ma il suo 19° posto finale gli ha garantito una risalita nel ranking (ora è 34° in Europa, 65° nel mondo) e una bella dose di fiducia, dopo un lungo periodo di scarse soddisfazioni. Edoardo Molinari detto Dodo, che era arrivato a Hoylake non per graduatoria ma in virtù del piazzamento (secondo posto) nell'Open d'Irlanda, è stato il migliore in campo: la settima posizione condivisa con il sudafricano Charl Schwartzel con il totale di 277 colpi (11 sotto par), sei più di McIlroy, si traduce per il 33enne torinese in un assegno da 193.556 euro (quello di Rory vale 1.223.450 euro), nel rientro tra i primi 100 del ranking mondiale (è 97°), insieme a una serie di vantaggi relativi alla partecipazione ai prossimi Major. Era però Francesco Molinari detto Chicco, quello su cui si poteva lecitamente puntare di più per un piazzamento tra i top: il 31enne fratello minore di Edoardo ha occupato la terza posizione nei primi due giri del British Open, scivolando poi nel terzo giro alla 23.ma e recuperando l'ultimo giorno per risalire al 15° posto finale.
Il risultato positivo in un test impegnativo come è sempre un Major, è una grande iniezione di fiducia per i nostri giocatori di punta. Prima dell'Open d'Italia però il calendario agonistico prevede ancora alcuni appuntamenti di grande rilievo, due in particolare negli USA: il Bridgestone Invitational, che fa parte dei World Golf Championships, ad Akron in Ohio dal 31 luglio al 3 agosto, e a seguire l'ultimo Major dell'anno, lo US PGA Championship, dal 7 al 10 agosto sul percorso di Valhalla a Louisville, nel Kentucky.