Golf, 71° Open d'Italia

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Open di golf, il business si gioca qui

La settimana dell'Open d'Italia non è solo un momento ad alto tasso di agonismo, in cui 156 concorrenti provenienti da tutto il mondo si sfidano per quattro giorni con l'obiettivo di vincere il titolo o almeno spartirsi l'1,5 milioni di euro del montepremi. È in questi giorni infatti che si concentrano gli affari legati a tutto ciò che ruota intorno al golf giocato; gli operatori del settore si incontrano, si stringono accordi, si fanno pubbliche relazioni. Le aziende sponsor ricevono negli eleganti salotti del Villaggio Ospitalità con vista sulla buca 18, invitano gli ospiti a colazione servendo i menu raffinati dello chef Giancarlo Morelli e offrono calici di bollicine Ca' del Bosco durante tutta la giornata di gara.

Nel Villaggio Commerciale invece le aziende comprano gli spazi per farsi conoscere dal pubblico che viene a seguire il torneo e che ogni anno sembra un po' più numeroso e variegato, anche grazie alla scelta del Comitato organizzatore di non fare pagare il biglietto di ingresso. L'idea del "temporary shop", l'esercizio commerciale per la durata del torneo, sembra avere un significato economico a giudicare ad esempio dallo stand La Raimondi, calzaturificio di Montegranaro (Fermo) il cui titolare, Raimondo Finocchi, da sette anni riconferma la sua presenza per proporre originali modelli di scarpe da golf, fatte su misura e di grande successo. Prende la forma del piede al cliente, scelgono insieme il pellame e i colori, e nel giro di qualche settimana si ricevono a casa le scarpe confezionate artigianalmente.

Ha scelto invece per la prima volta un grande spazio il Golf Club Asiago, di cui Edoardo Molinari è testimonial, 18 buche sull'altopiano veneto completate da una club house in legno e pietra che è stata in parte ricreata qui nel Villaggio dell'Open. La scelta di sfruttare una vetrina come quella della massima manifestazione italiana si sposa con la volontà di far conoscere ai golfisti la destinazione che, dopo i lavori di restyling, si propone come meta ideale per la vacanza, con il percorso curato e la golf academy a disposizione dei maestri che vogliano portare i propri allievi e organizzare golf clinic, e poi il ristorante gourmet, la nuova spa e un romantico albergo a pochi metri dalla club house.

C'è poi chi, senza bisogno di uno stand, approfitta della concentrazione di addetti ai lavori e di potenziali clienti per presentare un progetto nuovo: è il caso del francese Jean-Charles Cambon, giocatore del Challenge Tour negli anni Novanta che oggi si occupa dell'organizzazione di eventi golfistici. Cambon promuove il World Amateur Tour, un circuito di cinque gare in altrettanti percorsi di prima grandezza – il Fancourt in Sudafrica, Morfontaine in Francia, Loch Lomond in Scozia, Valderrama e Finca Cortesìn in Spagna, per finire con il Dubai Creek e l'Emirates Golf Club, negli Emirati Arabi: servizi vip (transfer privati, hotel 5 stelle, sessioni di fitting per l'attrezzatura, personal trainer, etc.) per un costo alla portata di pochi (5.500 euro a persona per ogni tappa, più il volo aereo).

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