Workshop The European House - Ambrosetti

07 settembre 2014

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Notizie ItaliaMarchionne: «Montezemolo? Nessuno è indispensabile»

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Marchionne: «Montezemolo? Nessuno è indispensabile»

«Ognuno è necessario e nessuno è indispensabile». A dirlo è l'amministratore delegato di Fiat-Chrysler, Sergio Marchionne, commentando le voci sull'uscita del presidente di Ferrari, Luca di Montezemolo, a margine del Workshop Ambrosetti. E, giusto per essere chiaro, aggiunge: «Io e Luca Cordero di Montezemolo siamo grandissimi amici. Ma quando ho letto le dichiarazioni, ho pensato che sono cose che non avrei mai detto su me stesso. Mi considero essenziale. Ma sono comunque al servizio dell'azienda».

Marchionne spiega poi che nulla è stato ancora stabilito in merito alle prossime mosse sull'assetto finanziario e di capitale: aumento di capitale o bond convertendo o convertibile?: «Si parlerà tutto al Cda di fine ottobre».

Marchionne parla con i cronisti dopo avere tenuto un discorso nell'ultima sessione di lavoro del workshop. Un discorso insieme concreto e immaginifico, che inizia così: «Questa è la storia di quattro persone, chiamate ognuno, qualcuno, ciascuno e nessuno. C'era un lavoro importante da fare e ognuno era sicuro che qualcuno lo avrebbe fatto. Ciascuno poteva farlo, ma nessuno lo fece, qualcuno si arrabbiò perché era il lavoro di ognuno. Ognuno pensò che ciascuno potesse farlo, ma nessuno capì che ognuno l'avrebbe fatto. Finì che ognuno incolpò qualcuno perché nessuno fece ciò che ciascuno avrebbe potuto fare».

Sergio Marchionne arriva a Cernobbio e, memore della passione per la letteratura coltivata fin dai tempi degli studi in filosofia all'università di Toronto, sceglie una poesia per spiegare bene quale sensazione ha – lui italiano emigrato da giovanissimo, con la famiglia abruzzese, in Nord America e tornato a guidare in Italia la Fiat nel 2004 – quando sente parlare nel nostro – nel suo Paese - di riforme, riforme e ancora riforme. Il suo è appunto un intervento da italiano che è a capo di una realtà industriale italiana, la Fiat, che si è evoluta in un gruppo internazionale, Fiat Chrysler Automobiles.

Mercato del lavoro e carico fiscale
L'intervento accorato ma anche pieno di amara passione per il suo Paese, è incentrato su tre elementi: mercato del lavoro, certezza del diritto e burocrazia. Le tre parti di cui ha avuto diretta esperienza in questi dieci anni da amministratore delegato di un gruppo che, unendo i perimetri di Fca e di Fiat Industrial, opera in 190 Paesi, ha 370mila addetti e conta su 113 miliardi di euro di fatturato. Sul mercato del lavoro, Marchionne prende appunto una posizione – anche di metodo – italiana:«Non bisogna – avverte – pensare di copiare altri modelli. Di certo il modello anglosassone è troppo lontano dalla cultura italiana. Di sicuro anche il modello tedesco ha un che di irriproducibilità lontano dalla Germania. Ognuno ha le sue caratteristiche storiche, sociali e culturali. L'Italia deve modernizzarsi profondamente, pensando a un proprio sistema autonomo e originale di flex-security che ne modifichi radicalmente il profilo».

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