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07 settembre 2014

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Notizie ItaliaKatainen: riforme d'impatto per la flessibilità

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Katainen: riforme d'impatto per la flessibilità

Intanto, come valuta le riforme italiane finora adottate?
So che il governo italiano ha un forte impegno per le riforme. E' importante seguire una trafila precisa: approvazione da parte del governo, voto da parte del parlamento, attuazione della nuova legislazione. Spesso in questi anni, se posso usare una metafora, la medicina prescritta non è stata presa. Per noi, le riforme sono la cosa più importante che oggi aspettiamo dall'Italia, oltre naturalmente al rispetto degli impegni di bilancio. Anche la carenza di competitività ha contribuito all'aumento dell'indebitamento.

Nel dibattito pubblico molti osservatori insistono nel dire che il risanamento dei conti pubblici non è compatibile con l'attuale debole situazione economica. Lei cosa ne pensa?
Non sono d'accordo. Io credo in un circolo virtuoso tra risanamento dei conti pubblici, rafforzamento della fiducia, ritorno della crescita. Immaginiamo per un attimo che in queste circostanze decidessimo di non ridurre deficit e debito. Che segnale manderemmo agli investitori? Non credo positivo.

Il Consiglio europeo ha però affermato che è necessario fare il miglior uso possibile della flessibilità prevista dal Patto di Stabilità. Quale è la sua lettura di questa presa di posizione?
Io sono d'accordo che le regole non vadano cambiate, ma che sia necessario usare il margine di manovra consentito dal Patto. Prima di tutto, credo che tutti i paesi vadano trattati equamente. Non deve esserci una interpretazione ad hoc. In secondo luogo, molti stati membri hanno già ricevuto più tempo per raggiungere i loro obiettivi di bilancio. In questo senso, il braccio correttivo del Patto, per i paesi che hanno un deficit sopra al 3,0% del Pil, offre molta flessibilità.

Si può fare di più?
Per i paesi con un deficit inferiore al 3,0% del Pil, voglio sottolineare l'importanza delle riforme strutturali, attualmente la cosa più importante. La legislazione prevede che possano essere prese in considerazione nel valutare l'andamento dei conti pubblici, se hanno un impatto sostanziale e se sono effettivamente adottate. La Commissione deve salvaguardare le regole, ma voglio essere costruttivo nel valutare la flessibilità consentita dall'attuale quadro regolamentare. Possiamo, su questo fronte, fare di più.

Valutazione delle riforme ex post o ex ante?
Le regole dicono ex post, ma se il governo in questione prende le decisioni rapidamente e incisivamente possiamo tenere conto delle riforme passo passo. Noto da parte dei governi una maggiore volontà di adottare riforme. D'altro canto, non abbiamo più molte armi per rilanciare la crescita economica.

Entro fine anno, la Commissione aprirà una discussione per valutare le recenti riforme del Patto. Pensa a cambiamenti sostanziali?
No. Non credo a chi sostiene che obiettivi di bilancio meno stringenti porterebbero a più crescita economica. Non è questo il maggiore problema dell'Europa. Sulla scia della crisi debitoria, abbiamo introdotto norme più stringenti proprio per meglio controllare le politiche economiche dei nostri rispettivi partner. Non vedo ragione per cambiare ancora, dopo appena tre anni dall'adozione di nuove regole.

Lei ha detto che il risanamento dei bilanci rafforza la fiducia degli investitori. Il presidente designato della Commissione Jean-Claude Juncker ha proposto un piano di investimenti da 300 miliardi di euro per rilanciare la crescita economica. Ha idee in proposito?
Prima di tutto, bisogna riorientare là dove è possibile la spesa pubblica, dalla spesa corrente alla spesa in conto capitale per favorire gli investimenti necessari per la crescita. Poi, io credo molto a meccanismi di partenariato tra pubblico e privato, tanto più che c'è a disposizione molto denaro privato non produttivo. Infine, c'è un lavoro regolamentare da fare. Liberalizzando i mercati e introducendo maggiore concorrenza si può aumentare la produttività e quindi incentivare gli investimenti. So che non è sexy, ma può essere molto efficace per sostenere l'economia.

Un'ultima domanda. Al prossimo Ecofin di metà mese l'Italia proporrà la nascita di un fondo d'investimento ad hoc finanziato congiuntamente dalla Banca europea per gli investimenti e dalle banche pubbliche nazionali. Cosa ne pensa? Crede sia necessario pensare a un nuovo aumento di capitale della Bei?
Trovo l'idea del fondo interessante. Per quanto riguarda la Bei, dobbiamo considerare la possibilità di un aumento di capitale. Ma dobbiamo fare attenzione a non usare denaro pubblico quando denaro privato può essere altrettanto efficace.

IL PERSONAGGIO
Il commissario Jyrki Katainen, finlandese, 42 anni, è Commissario europeo per gli Affari economici e monetari. È stato primo ministro della Finlandia per tre anni, dal giugno 2011 al giugno 2014 quando è stato riconfermato al Parlamento europeo. Prima aveva ricoperto l'incarico di ministro delle Finanze dal 2007 al 2011. Nel novembre 2008 il Financial Times ha eletto Katainen come il miglior ministro delle Finanze europeo
La posizione
Katainen è esponente del raggruppamento dei paesi europei (i nordici) più attenti al rispetto delle regole del Patto di stabilità e al rigore dei conti pubblici. Nella prossima Commissione verrà riconfermato con un incarico, che non è stato tuttavia
ancora definito

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