Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 11 novembre 2014 alle ore 07:27.
L'ultima modifica è del 11 novembre 2014 alle ore 17:20.

My24
(Corbis)(Corbis)

Che la rivoluzione tecnologica implichi un pesante impatto sul mondo del lavoro non è una novità. Da vent'anni ne ha scritto Jeremy Rifkin (La fine del lavoro), da quindici Bill Joy, il cervello di Sun Microsistem ribattezzato il “Thomas Edison di Internet” (nel 2000 su Wired lo profetizzò in Perché il futuro non ha bisogno di noi).

I fatti hanno dato loro ragione. All'innovazione tecnologica si sono aggiunte poi altre variabili, come l'invecchiamento della popolazione mondiale, che ha dato linfa alle professioni legate alla salute.

Ma il bello (o il brutto, a seconda dei punti di vista) è che questo è solo l'inizio. Secondo due studiosi britannici, Carl Benedikt Frey della Oxford Martin School e Michael A. Osborne del Dipartimento di Ingegneria dell'Università di Oxford, negli Stati Uniti sono a rischio robotizzazione il 47% dei posti di lavoro nei prossimi 10-20 anni.

Percentuale che in Europa sale al 50%, stando ai dati della Fondazione Bruegel. Nel loro studio The future of employment: how susceptible are jobs to computerization?, i due studiosi britannici hanno stimato con un processo Gaussiano di classificazione il “rischio computerizzazione” di 702 diversi tipi di lavoro, da quelli tradizionali a quelli digitali, dalle occupazioni manuali a quelle professionali.

Il risultato è per certi versi sorprendente. Vediamo in dettaglio quali sono le occupazioni al tramonto per gli umani e quelle che si salveranno.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi