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Questo articolo è stato pubblicato il 21 novembre 2014 alle ore 07:19.
L'ultima modifica è del 21 novembre 2014 alle ore 09:17.

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L'intera strategia di riequilibrio dell'area euro si basava sull'ipotesi che l'economia tedesca, in grado di crescere velocemente, registrasse un tasso di inflazione ben più alto della media europea e che ciò ne riducesse l'enorme vantaggio commerciale a beneficio dei paesi più deboli che nel frattempo con riforme e restrizione fiscale avrebbero riguadagnato competitività.

Al contrario, l'inflazione tedesca è sempre rimasta bassa, lo squilibrio commerciale elevato e un circolo vizioso si è instaurato tra basso livello dei prezzi e ancor più basso livello dei tassi d'interesse. Con tassi sulle obbligazioni pubbliche scesi dal 4,3% al 2,6% nel corso della crisi, il risparmio delle famiglie non viene remunerato, i piani pensionistici sono colpiti e la propensione al consumo delle preoccupate famiglie tedesche non aumenta.
Il basso livello dei tassi colpisce l'intera struttura del capitalismo tedesco. Una miriade di banche locali, abituate a impegnare il risparmio in titoli pubblici privi di rischi non riesce più a essere redditizia. Un quarto delle compagnie di assicurazioni potrebbe scomparire nel giro di dieci anni secondo uno scenario della Bundesbank. L'onere sulle maggiori imprese dei piani pensionistici per i dipendenti - la cui capacità di adempiere agli impegni è erosa dal calo dei rendimenti - sarebbe aumentato dell'86% (da 190 a 353 miliardi di euro) durante la crisi, con un aggravio di 52 miliardi nel solo 2014. Nelle 30 maggiori imprese, i profitti aumentano per il calo dei tassi, ma vengono distribuiti agli investitori esteri per quasi due terzi, mentre i costi si riverberano sui dipendenti.

Il calo inatteso dell'economia tedesca ha fatto scattare l'allarme. Imprese e intermediari finanziari cominciano a sentire le conseguenze del fallimento della gestione della crisi. I segnali che arrivano dagli operatori economici incoraggiano a cercare una soluzione cooperativa per l'intera area euro. Stimando un livello normale dei tassi attraverso la regola standard in uso nelle banche centrali, dal 2010 i tassi tedeschi sono del 2% troppo bassi.
Soluzioni per il calo eccessivo dei tassi tedeschi possono venire dalla creazione di un titolo europeo sicuro e liquido, come proposto su Il Sole-24Ore di sabato scorso e poi ripreso dal Financial Times e da altri organi di informazione. L'allentamento quantitativo della Bce può essere l'occasione per creare il nuovo titolo.
Ma resta pur sempre il problema della bassa inflazione interna tedesca. Senza un aumento dei prezzi in Germania l'aggiustamento nei Paesi vulnerabili non può riuscire: richiede prezzi sotto lo zero con la conseguenza di aumentare il valore reale dei debiti e di soffocare le economie. Il surplus commerciale tedesco troppo elevato viola inoltre le regole del six-pack che la Commissione Ue è tenuta a far rispettare. A inizio anno la Bundesbank aveva suggerito aumenti salariali del 3% come via d'uscita, ma perfino i sindacati risposero con freddezza. Ragioni che la Deutsche Bank definisce "culturali", specifici della società e degli individui tedeschi, ostacolano un riequilibrio dell'inflazione e del surplus commerciale tedesco.

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