Gestire il caos immigrati a Milano e Roma e sulla frontiera con Francia e Germania, aumentare il pressing su Bruxelles in vista dell’accordo Ue sull’accoglienza ripartita, tranquillizzare gli italiani sull’emergenza sbarchi e sui rischi di epidemie. Sono i molti fronti aperti su cui in queste ore si va muovendo il Matteo Renzi. In una intervista al Corriere della Sera il premier ha spiegato che «la situazione è tesa», ma i numeri, «appena più alti dello scorso anno», non devono fare paura: 53.827 persone accolte nel giugno scorso, 57.167 quest’anno. Per Renzi, «numeri sostanzialmente simili».
La collaborazione istituzionale offerta e chiesta ai Governatori
Il premier ha quindi ricordato a chi teme un’invasione incontrollata del territorio italiano che « le persone che sono ferme nelle stazioni hanno un biglietto per lasciare l' Italia: il blocco di qualche giorno di Schengen li sta tenendo fermi qui, ma per loro non è l'Italia la destinazione».Prioritaria per uscire dall’emergenza che sta bloccando alcune stazioni di Milano e Roma anche la«collaborazione istituzionale» con i Governatori, a partire da quelli della Lega. Sbagliato anche «strillare di epidemie», perchè «significa procurare allarmismo», anche se «tutti i report medici dicono che non è così».
Il pressing sulle istituzioni europee
Per quanto riguarda i rapporti con i partner europei, che sembrano volersi sfilare da una gestione comune dell’emergenza, Renzi ha confermato che «nei prossimi giorni la nostra voce si farà sentire forte perché è la voce di un Paese fondatore. Se il consiglio europeo sceglierà la solidarietà, bene. Se non lo farà, abbiamo pronto il piano B. Ma sarebbe una ferita innanzitutto per l'Europa».
Alfano conferma ma non spiega contenuti del “Piano B”
Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ospite de “L’Intervista” di Maria Latella in onda su Sky Tg24 HD, ha confermato le parole di Renzi senza però rivelare i contenuti del “piano B”, limitandosi a promettere «un’Italia diversa», se le istituzioni comunitarie non verranno incontro alle richieste di Roma: «non accetteremo un' Europa egoista». Quindi Alfano ha invocato «un meccanismo automatico per distribuire gli immigrati in Europa quando arrivano qui» e avvisato che «quello che accade a Ventimiglia è l'antipasto di quello che accadrebbe se si chiudesse Schengen».
Alfano: l’Europa faccia la sua parte e efirmi accordi di rimpatrio
Con la proposta della Commissione europea, ha spiegato Alfano, «abbiamo aperto un primo varco nel muro di Dublino», un riferimento al regolamento Ue che impone al Paese di primo approdo di farsi carico dei richiedenti asilo, « ma non è sufficiente». «La comunità internazionale - ha ricordato il ministro dell’Interno - ha bombardato la Libia ed ora la comunità internazionale si deve far carico del problema e montare li' le tende: non puo' scaricare su di noi questo peso». Ora, ha concluso Alfano, «l' Europa deve firmare tutti gli accordi di rimpatrio con i Paesi africani: dobbiamo avere la possibilità di rimpatriare chi arriva e non ha diritto alla protezione. Noi stiamo facendo la nostra parte, nel 2014 abbiamo fatto quasi 16mila rimpatri, ma l' Europa si deve muovere».
Domani riaprono frontiere Germania
Di buon auspicio, in vista del possibile accordo in sede auropea, la riapertura delle frontiere della Germania, che fonti della Commissione Ue hanno annunciato per domani. Il periodo notificato da Berlino a Bruxelles, in occasione del G7 di Elmau del 7 e 8 giugno, andava infatti dal 27 maggio al 15 giugno.
Maroni: unico piano B possibile è fare campi profughi Onu in Libia
Ma l’appello alla «collaborazione istituzionale» lanciato dal premier sembra al momento lasciare indifferente l’opposizione, che insiste sulla linea della polemica e dello scontro politico con il governo. Il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, ospite di ”In mezz'ora” (Rai 3) attacca la strategia annunciata da Renzi: «L'unico piano deve essere quello di creare dei campi profughi in Libia e fermare le partenze. Se Renzi ha in mente qualcosa di diverso sarà inefficace». «Da questa Europa non possiamo aspettarci nulla - ha proseguito - dobbiamo agire noi coinvolgendo le Nazioni Unite». Secondo Maroni, il governo dovrebbe chiedere la convocazione immediata del Consiglio di sicurezza Onu che dovrebbe promuovere «la creazione di campi profughi gestiti dai caschi blu in Libia, altrimenti non si capisce cosa ci stia a fare».
Incontro con Renzi: si ad intesa ma solo se «equa e ragionevole»
Maroni ha poi confermato l’incontro con i governatori di Lomardia e Veneto annunciato dal premier per i prossimi giorni, sottolineando la sua disponibilità a un’intesa sull’accoglienza dei rifugiati a condizione che sia « equa e ragionevole». «Se Renzi si è convinto che non sono un non estremista - ha aggiunto - , si rende conto che il problema serio. Ho una cordiale collaborazione con il governo centrale, si è visto per l'Expo, ho contatti con il ministro Delrio. Basta che non mi trattino come se avessi la peste. Se troviamo un'intesa bene, se no, ognuno per la sua strada».
Gasparri (FI): Renzi incapace, blocco navale e rimpatri immediati
All’attacco anche il vice presidente del Senato Maurizio Gasparri (FI) che in una nota accusa il premier di aver ridotto Milano « come nelle descrizioni manzoniane: un lazzaretto a cielo aperto con scabbia e malaria. C'è da attirare nel mondo chi volesse ancora visitare la fiera del panino spacciata per Expo. Siamo alla debacle totale anche a Roma, a Ventimiglia e altrove». La causa dell’emergenza, secondo Gasparri, sta «nei troppi ingressi di clandestini voluti da Renzi», con il metodo del «giriamo la testa e andate dove volete. Poi Francia ed altri chiudono le frontiere e l'Italia scoppia». La soluzione, conclude, sta nel «blocco navale subito», utilizzando l'esercito «per ripulire le città» e per effettuare «rimpatri immediati».
Sammarco (Ap): no a braccio di ferro, ma Ue aiuti l’Italia
A sostegno del premier si muove invece l’Alleanza popolare, secondo cui «il cambio di passo annunciato sull'immigrazione fa ben sperare sul fatto che questa volta l'Europa si dimostri più solidale ed effettivamente pronta a fronteggiare quella che si sta delineando come una vera e propria emergenza». Per l’onorevole Gianni Sammarco Roma e Bruxelles non dovrà esserci nessun braccio di ferro, ma le istituzioni europee «potranno eludere il principio di una maggiore collaborazione tra gli Stati», perchè «l'Italia non può sopportare da sola il peso degli arrivi senza sosta dei migranti».
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