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Migranti: a Milano e Roma stazioni assediate, Maroni attacca

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emergenza immigrazione

Migranti: a Milano e Roma stazioni assediate, Maroni attacca

Arrivano 500 profughi in Lombardia e il governatore Roberto Maroni scrive di nuovo ai prefetti di Milano. Stavolta non chiede il blocco dell’accoglienza, come la settimana scorsa, ma tempi più lunghi per lo smistamento sul territorio dei migranti, in modo da permettere alle Asl la verifica delle condizioni igienico-sanitarie.

La concentrazione numerosa di immigrati africani alla stazione di Milano - un centinaio, provenienti dall’Africa, si era fermato nelle aree di attesa e sulle scale, in attesa di indicazioni - è aumentata: ieri pomeriggio sono state registrate altre 170 persone singole, più 55 componenti di famiglie di cui 24 bambini, prevalentemente eritrei. Proprio alla stazione la Regione Lombardia ha imposto un presidio sanitario mobile contro la volontà delle Ferrovie dello Stato, che considera il luogo non idoneo ai controlli sanitari. Maroni chiede ai prefetti una comunicazione più precisa sul «piano di assegnazione provincia per provincia e sulle strutture individuate sul territorio regionale per la sistemazione degli immigrati. Tutto ciò - scrive Maroni - al fine di consentire alle Asl competenti di verificare tempestivamente la presenza delle condizioni minime igienico-sanitarie, in particolare se si farà ricorso a immobili dismessi».

La polemica è sempre rivolta a quella quota del 9% di migranti che la Lombardia deve ospitare e che Maroni ritiene iniqua considerando che altre regioni sono molto meno esposte. Si profila dunque un braccio di ferro tra Stato e Regioni del Nord, visto che la posizione espressa da Maroni è condivisa, con gli stessi toni, anche da Liguria e Veneto. Il governatore lombardo ha anche aggiunto in audizione alla commissione Schengen che «bisogna bloccare le partenze: non bombardando i barconi, ma impedendo loro di partire attraverso un blocco navale e creando dei campi profughi in Libia, su iniziativa delle Nazioni Unite».

Sul tema la Lega non molla: il leader Matteo Salvini sostiene che i 180 migranti giunti a Milano affetti da scabbia dovrebbero «andare ad abbracciare il premier Renzi e la presidente della Camera Laura Boldrini». Ma l’ex presidente della Repubblicam Giorgio Napolitano, in un’intervista da Agorà, osserva: «Il problema dei rifugiati non si discute: bisogna dare appunto asilo a chi fugge dalle persecuzioni e dalla guerra. E come si può dire: “lì sì, da noi no?”' È una aberrazione». Sulle polemiche leghiste, il cardinale Angelo Bagnasco sottolinea che «aimentare la paura non è mai una buona consigliera. Bisogna affrontare i problemi con realismo e disponibilità da parte di tutti». Sullo sfondo resta l’attesa davanti al rischio, concreto ma forse ancora evitabile, che il piano straordinario della giunta Ue slitti.

In proposito ieri da Bruxelles è stato reso noto che la Commissione europea difenderà «fino all’ultima parola» la sua proposta sul ricollocamento in due anni di 40mila migranti da Italia (24mila) e Grecia (16mila). Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, ha invece sostenuto che «abbiamo fatto il nostro dovere istituzionale. Abbiamo dato segni forti di vicinanza e solidarietà. Certo c'è un limite. Non si può pensare che Milano da sola, o con pochi altri comuni, possa risolvere un problema epocale. Oggi sempre di più ci vuole corresponsabilità di tutte le istituzioni a partire dal governo, dalle Regioni e soprattutto dall’Europa».

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