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Rugby, l'Italia e un ostacolo finora mai superato

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mondiale al via

Rugby, l'Italia e un ostacolo finora mai superato

LONDRA - Le immagini, le luci, i volti dei grandi campioni del passato, le danze, una grande scenografia con un megapallone ovale “atterrato” in mezzo a Twickenham come fosse un meteorite. E un filmato brillante e commovente, una rievocazione storica volante dal 1823 ai giorni nostri, con tanto di cameo del principe Harry e del mito del rugby inglese Jonny Wilkinson nelle vesti di giardinieri di due secoli fa. La cerimonia inaugurale dell'ottava Rugby World Cup non ha deluso le aspettative, mentre per un'ora abbondante di gioco a deluderle è stata l'Inghilterra, in un match che si è incanalato bene solo nel finale.

Figi battute 35-11 nel corso di un happening in cui si è visto (e sentito) di tutto: ad esempio, un arbitro (il sudafricano Jaco Peiper) che prima concede una meta agli isolani senza chiedere la prova tv e poi si rimangia la decisione vedendo il replay sul maxischermo dello stadio, i fischi da quel momento in poi per certe scelte del direttore di gara e infine, cosa ancora più strana ma spiegata dalla presenza di molti appassionati francesi, il canto della Marsigliese che ha riecheggiato un paio di volte.

I fan transalpini hanno preso un aperitivo in attesa del pranzo sostanzioso che sperano di fare questa sera, quando i Bleus affronteranno l'Italia (diretta su SkySport 2 alle 21, differita su Mtv alle 23). Le due formazioni si sono affrontate in tutto 36 volte, ma mai in una Coppa del Mondo. Il pronostico non ci è favorevole, poco da dire, e anche la storia della competizione è lì a ricordarcelo. L'Italia, con la Romania e il Giappone, appartiene al trio di Nazionali sempre presenti a tutte le Coppe del Mondo (questa è l'ottava) ma mai capaci di piazzarsi tra le prime due del proprio girone e, quindi, di arrivare ai quarti di finale. Mentre la Francia, che pure non ha mai conquistato il titolo, come minimo ha sempre raggiunto i quarti e, in più, è arrivata in finale tre volte (1987, 1999 e 2011). Un primato di presenze nella sfida decisiva condiviso con Nuova Zelanda (prima nel 1987 e nel 2011, seconda nel 1995), Australia (prima nel 1991 e nel 1999, seconda nel 2003) e Inghilterra (prima nel 2003, seconda nel 1991 e nel 2007). Invece il Sudafrica - anche a causa dell'esclusione dai Mondiali del 1987 e del 1991, quando vigevano ancora le sanzioni per le politiche di apartheid - in finale è andata due volte, nel 1995 e nel 2007, ma si è portata a casa due primi posti.

L'aristocrazia vera della World Cup è tutta qui. Nessun'altra squadra ha disputato una finale, mentre in semifinale sono riuscite ad arrivare anche Galles (1987 e 2011), Argentina (2007) e Scozia (1991). Curioso che l'Irlanda non sia mai andata oltre i quarti, e questa sulla carta potrebbe essere la volta buona.

Quanto alla “geografia”, le situazioni opposte si riscontrano per Australia e Nuova Zelanda: la prima ha vinto due Coppe giocando all'estero, la seconda si è aggiudicata le due edizioni casalinghe. L'Inghilterra, invece, è l'unica europea ad aver vinto il titolo, e ci è riuscita dall'altra parte del mondo, battendo in finale i padroni di casa australiani. Se stavolta sapessero sfruttare al meglio il fattore campo, i Bianchi della Rosa raggiungerebbero a quota due affermazioni le grandi dell'Emisfero Sud.

Insomma, al dunque le gerarchie non cambiano granché. Un altro esempio? Considerando le prime tre edizioni della Coppa, con formato a 16 squadre, e le successive cinque (formato a 20), sono solamente 25 le Nazionali con almeno una partecipazione. In sostanza, a quelle in campo quest'anno si aggiungono Costa d'Avorio, Portogallo, Russia, Spagna e Zimbabwe. Un po' poco a fronte delle risorse che World Rugby, la federazione internazionale, destina allo sviluppo del gioco nei Paesi meno progrediti. D'altronde anche il fatto che 12 squadre, cioè le prime tre qualificate di ogni girone dell'edizione precedente, si assicurino già un posto ai Mondiali successivi non dà una mano. Mentre nel rugby a sette giocatori, che esordirà l'anno prossimo alle Olimpiadi, le sorprese non mancano.

LA STORIA
L'albo d'oro
- In caso di competizioni svolte in più Paesi si indica il “capofila”, che ha ospitato la finale
- Nuova Zelanda 1987. 1. Nuova Zelanda; 2. Francia; 3. Galles; 4. Australia
- Gran Bretagna 1991. 1. Australia; 2. Inghilterra; 3. Nuova Zelanda; 4. Scozia
- Sudafrica1995. 1. Sudafrica; 2. Nuova Zelanda; 3. Francia; 4. Inghilterra
- Galles 1999. 1 Australia; 2. Francia; 3. Sudafrica; 4. Nuova Zelanda
- Australia 2003. 1. Inghilterra; 2. Australia; 3. Nuova Zelanda; 4. Francia
- Francia 2007. 1 Sudafrica; 2. Inghilterra; 3. Argentina; 4. Francia
- Nuova Zelanda 2011. 1. Nuova Zelanda; 2. Francia; 3. Australia; 4. Galles

Le Nazionali sempre presenti
Argentina, Australia, Canada, Francia, Galles, Giappone, Inghilterra, Irlanda, Italia, Nuova Zelanda, Romania, Scozia

Le altre partecipanti dell'edizione 2015
Figi, Georgia, Namibia, Samoa, Sudafrica, Tonga, Uruguay, Usa

Altre Nazionali in edizioni precedenti
Costa d'Avorio, Portogallo, Russia, Spagna, Zimbabwe

L'ATTUALITÀ
Le partite del primo turno
Oggi: Sudafrica-Giappone (girone B), Tonga-Georgia (girone C), Irlanda-Canada e Francia-Italia (girone D)
Domani: Galles-Uruguay (girone A), Samoa-Usa (girone B), Nuova Zelanda-Argentina (girone C)
Giocata ieri: Inghilterra-Figi (girone A) 35-11
A riposo: Australia, Scozia, Namibia e Romania

Il match dell'Italia
Twickenham (Londra), ore 21 (ora italiana)
Francia: Spedding; Huget, Bastareaud, Dumoulin, Nakaitaci; Michalak, Tillous-Borde; Picamoles, Chouly, Dusautoir (cap.); Maestri, Papé; Slimani, Guirado, Ben Arous. A disposizione: Kayser, Debaty, Mas, LeRoux, Flanquart, Parra, Talès, Fickou. Allenatore: Saint-André
Italia: McLean; Sarto, Campagnaro, Masi, Venditti; Allan, Gori; Vunisa, Minto, Zanni; Furno, Geldenhuys; Castrogiovanni, Ghiraldini (cap.), Aguero. A disposizione: Manici, Rizzo, Cittadini, Bernabò, Favaro, Palazzani, Canna, Bacchin. Allenatore: Brunel
Arbitro: Joubert (Sudafrica)

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