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Unioni civili: M5S dice no al «canguro». Strada in salita per…

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pd ancora diviso

Unioni civili: M5S dice no al «canguro». Strada in salita per il ddl

Percorso sempre più in salita per il ddl sulle unioni civili. Il M5S si è smarcato sul cosiddetto emendamento “supercanguro” di Andrea Marcucci del Pd e ha chiesto il voto palese. Dopo un lungo e acceso dibattito sull'emendamento premissivo di Marcucci (che riprende i principi della legge e la cui approvazione farebbe decadere numerose proposte di modifica) è stata approvata dall'Aula del Senato la richiesta di sospensione dell'esame del Ddl sulle unioni civili. Il voto è stato rinviato alla giornata di oggi. Poco dopo Marcucci ha dichiarato che non ha intenzione di ritirare l’emendamento. Il ministro della Giustizia ha osservato che il no dei 5 Stelle al “canguro” Pd rende «ancora più impervia la strada già complicata della legge».

Il M5S non voterà il “supercanguro”: il voto sia palese
In aula il Movimento 5 Stelle ha detto no all’emendamento Marcucci - il cosiddetto “supercanguro” - e ha chiesto al Pd di votare gli emendamenti rimanenti, dopo la disponibilità della Lega di ritirarne 4.500, ovvero circa 500, in modo palese. Il senatore Alberto Airola, in aula, ha dichiarato: «Io dico: andiamo avanti con 500 emendamenti, perchè noi ci siamo, ma che i voti siano palesi, perchè vi dovete assumere le vostre responsabilità». In un passaggio del suo intervento Airola ha attaccato Scalfarotto: «Non potete venire a dirmi, come ha fatto il sottosegretario Scalfarotto, “siamo nelle vostre mani”, perché è grave., questo è un Parlamento che non si assume le sue responsabilità». E ha aggounto: «Votiamola ora la legge, e se finirà che è colpa nostra» se non passa «me ne assumerò la responsabilità».

Marcucci: non ritiro l’emendamento
Dopo la bagarre in aula il senatore Pd Andrea Marcucci ha ribadito che l’emendamento «Non si ritira», anche se il M5S non lo voterà. No anche all'ipotesi di spacchettamento dell'emendamento: «Non esiste - ha detto Marcucci - non è neanche stato proposto». «Ora - ha aggiunto, con riferimento al M5s - è chiaro chi vuole la legge e chi no».

Nessuna intesa fra Pd e Lega
E si era conclusa senza un’intesa tra Pd e Lega sul taglio degli emendamenti la riunione tra Dem, Ap, Carroccio e Fi. «A questo punto in Aula si andrà con il canguro e si aprirà un ampio dibattito» aveva spiegato il capogruppo Ap Renato Schifani. Il ddl Cirinnà è un nuovo test per la leadership del premier Matteo Renzi anche sul fronte del partito, con il Pd che non trova accordo al suo interno sulla riforma. Per il resto, il fine settimana non ha cambiato gli schieramenti in campo. Oltre alla Lega, anche Forza Italia è decisa a votare no. Contrarissimo alla riforma anche Area popolare, alleato di governo del Pd, da sempre contrario al via libera alle adozioni da parte di coppie composte da persone dello stesso sesso.

Le due strade in aula
I vertici del gruppo dem, a inizio seduta, avevano comunque deciso di procedere spediti con il voto del “supercanguro” per approvare in tempi rapidi l’intero ddl. Due le strade possibili: votare il “supercanguro” con un’unica votazione a scrutinio segreto (che Grasso potrà concedere in quanto riguarda anche il tema delle adozioni, relativo all’articolo 29 della Costituzione sulla famiglia, quindi tema passibile di voto segreto), oppure con votazioni separate per parti. Quelle relative alle unioni civili e matrimonio, da votare a scrutinio palese, in quanto lo stesso Grasso ha già dichiarato essere inerenti non al tema famiglia, ma a quello dei diritti inviolabili dell'uomo (articolo 2 Costituzione); e quella sulla stepchild adoption, l’articolo 5 del ddl Cirinnà a voto segreto (legato all'articolo 29 della Costituzione).

I nodi: stepchild adoption e utero in affitto
Il nodo è tutto nell'articolo 5 del ddl Cirinnà, che allarga alle coppie gay la possibilità di ricorrere alle adozioni speciali. I cattodem vogliono poter votare un loro emendamento a prima firma di Stefano Lepri che sostituisce la stepchild adoption con l'affido rafforzato. Il resto del Gruppo ritiene invece che senza quell'articolo la legge sarebbe insufficiente rispetto alle aspettative del mondo Lgbt. Nella riunione del Pd, lo scontro è avvenuto su una questione procedurale. Il “supercanguro” farebbe decadere anche l’emendamento del cattodem Stefano Lepri per l’affido. Di qui l’ipotesi di votare per parti separate il “canguro”: prima la parte che cancella gli emendamenti sulle adozioni, e poi la parte riguardante gli altri articoli. Altra questione sulla quale non c’è unità nel Pd è quella legata alla pratica dell’utero in affitto. Sta cercando di mediare la presidente della commissione Affari costituzionali Finocchiaro con una mozione che impegna il governo a promuovere la battaglia contro questa pratica. Ma i cattolici del Pd insistono sull’inasprimento delle norme.

Via libera in tempi brevi se passa il “supercanguro”
Se il supercanguro dovesse essere approvato, lasciando libero il campo a un numero esiguo di emendamenti ammissibili residui - tra cui tutti quelli a firma del dem Giuseppe Lumia che recepiscono le osservazioni della Consulta in tema di equiparazione unioni civili-matrimonio e che sanciscono il non automatismo delle adozioni, coinvolgendo nella decisione i Tribunali dei minori - allora i tempi per il primo via libera al ddl Cirinnà sarebbero veramente brevi, già entro giovedì prossimo, per lasciare spazio subito dopo all'esame del dl milleproroghe, che va convertito entro il 28 febbraio.

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