Il Consiglio generale di Confindustria ha scelto Vincenzo Boccia come presidente designato a succedere a Giorgio Squinzi.
Il voto, effettuato a scrutinio segreto, ha sancito la vittoria di Boccia sull’altro candidato in corsa, Alberto Vacchi: 100 voti contro 91, con una scheda bianca (aventi diritto al voto 198, votanti 192). Ora l’iter che porterà all’elezione del futuro presidente della confederazione prevede altri passaggi: il consiglio generale, il 28 aprile, dovrà votare la squadra. Poi sarà l’assemblea privata del 25 maggio ad eleggere il presidente e il giorno dopo, nell’assemblea pubblica, il nuovo numero uno di Confindustria terrà il suo discorso davanti alla platea di imprenditori e istituzioni.
«Le complessità e le difficoltà che abbiamo di fronte non ci concedono il lusso di litigare», sono state le parole di Boccia, pronunciate in sala stampa, poco dopo la votazione. Poche battute, pronunciate seduto accanto a Giorgio Squinzi, che ha preso la parola per primo.
«Abbiamo un presidente fino al 25 maggio, ascolterò molto Squinzi, gestiremo il passaggio delle consegne e non parlerò fino a quella data, nel rispetto del mio ruolo di presidente designato che la riforma Pesenti non ha modificato», ha continuato Boccia, 52 anni, ad della Arti Grafiche Boccia e presidente del Comitato tecnico credito e finanza di Confindustria. Il presidente designato ha voluto dare subito un segnale di distensione, rivolto a Vacchi (che aveva già lasciato viale dell’Astronomia): «permettetemi di ringraziarlo per il grande fair play con cui abbiamo condotto la campagna elettorale», ha detto Boccia.
«Non esistono eventi positivi o negativi, ma solo condizioni da cui ripartire», sono state le sue parole. Ed ha aggiunto: «questa Confindustria riuscirà a costruire un percorso di evoluzione, continuità dei valori e cambiamento. Tutte le opzioni su concepire la sfida in senso negativo sono elementi marginali. Riusciremo a costruire e daremo l’esempio di come si fa sistema, anche per dare un contributo allo sviluppo del paese». Inoltre «si apre una stagione nuova per Confindustria - ha aggiunto - con responsabilità e impegno di essere all'altezza dei nostri colleghi e delle aspettative del paese».
Nei prossimi giorni, ha continuato ancora il presidente designato, «affronteremo la questione delle deleghe, della squadra e dell’assemblea e cercheremo di coinvolgere quanto più possibile i nostri colleghi», ha concluso, ringraziando per il sostegno i presidenti dei Giovani e della Piccola, Marco Gay e Alberto Baban, seduti accantanto a lui in sala stampa. Un atteggiamento che Boccia aveva manifestato già in Consiglio generale, quando, emerso l’esito del voto e scattato l'applauso, ha abbracciato Vacchi, citando anche la possibilità, come accaduto per l’elezione a leader della Piccola industria, che il suo avversario possa diventare il suo migliore amico.
È la prima volta che vengono messe in atto le regole della riforma Pesenti, una revisione dello Statuto annunciata da Squinzi all’inizio del suo mandato. L’iter per la nomina del presidente si è avviato il 28 gennaio, con la scelta dei tre saggi da parte del Consiglio generale, Adolfo Guzzini, Giorgio Marsiaj e Luca Moschini. Con la riforma sono previste le autocandidature: i termini per presentarle sono scaduti a metà febbraio. Il 23 dello scorso mese i saggi hanno cominciato a sondare la base, con appuntamenti sul territorio: Milano, (sono stati due volte in Assolombarda), Roma, Torino, Napoli e Verona. La consultazioni sono terminate il 10 e in quella data, durante gli incontri che i saggi hanno avuto singolarmente con i candidati, si sono ritirati gli altri due imprenditori che si erano fatti avanti, Marco Bonometti e Aurelio Regina.
Da ora al 28 aprile, quando si terrà un altro consiglio generale, Boccia avrà davanti un mese per preparare la squadra (con la riforma i vice presidenti sono sei). Poi, all’assemblea privata, il 25 maggio, avverrà l’elezione del trentesimo presidente della confederazione.