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rientrata la delegazione italiana

Regeni, Pignatone: si arriverà alla verità sul caso Regeni? «Non lo so»

Si arriverà alla verità sul caso di Giulio Regeni? «Non lo so». È questa la risposta del procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone, data in occasione del convegno che si è tenuto presso l'aula Magna della Cassazione in ricordo di Francesco Coco e Vittorio Occorsio, magistrati uccisi dal terrorismo. «Deve essere chiaro che le indagini le conducono l'autorità giudiziaria e la polizia di stato egiziani. Noi collaboriamo nei limiti del possibile». Intanto è rientrata in Italia la delegazione italiana che indaga sulla morte di Giulio Regeni partita per il Cairo sabato scorso e composta da funzionari del Ros e dello Sco.

Legnini: diritto alla verità su Regeni
«Giulio Regeni è un giovane simbolo per tutti gli italiani: come comunità nazionale abbiamo il diritto alla verità», ha detto il vice presidente del Csm, Giovanni Legnini, intervenendo questa mattina al convegno alla Corte di Cassazione.

Gentiloni: positivo che siano ripresi i contatti
Nel corso di una visita a Tunisi il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ha detto di attendere «una valutazione da parte della Procura di Roma». E riferendosi all'incontro che si è tenuto al Cairo tra la magistratura egiziana e gli investigatori italiani sul caso Regeni, ha giudicato «positivo il fatto che siano ripresi i contatti» tra le Procure.

Mancano i traffici delle celle telefoniche e i tabulati delle utenze
Nonostante le sollecitazioni del procuratore Giuseppe Pignatone e del pm Sergio Colaiocco nella seconda rogatoria del 14 aprile scorso, mancano ancora i traffici di celle telefoniche considerate utili per lo sviluppo delle indagini, i tabulati di due utenze di egiziani e alcuni verbali di informazione. Accertamenti tecnico-scientifici sono in corso, da parte delle autorità egiziane, sugli indumenti che Giulio Regeni indossava quando è stato trovato senza vita il 3 febbraio scorso lungo la strada che collega il Cairo ad Alessandria. L'Egitto ha promesso ai magistrati della Procura di Roma che verrà presto trasmessa una relazione sulle analisi di laboratorio.

Il materiale consegnato deve essere ora tradotto
Dopo il vertice tra investigatori e inquirenti che si è tenuto oggi a piazzale Clodio, è stato definito «utile e cordiale» l'incontro di domenica scorsa nella capitale egiziana. I magistrati della procura generale del Cairo hanno consegnato ai funzionari di Ros e Sco una trentina di pagine, in arabo, relative a tabulati telefonici di sei cittadini egiziani (altri cinque erano già stati consegnati), a verbali di audizioni di testimoni nonché a referti medico legali dei cinque presunti banditi ritenuti appartenenti a un gruppo criminale che potrebbe aver avuto a che fare con la morte del ricercatore universitario. Nella documentazione consegnata alla delegazione italiana ci sono anche le testimonianze di alcuni familiari dei banditi stessi. Tutta la documentazione dovrà ora essere tradotta. Tra una decina di giorni gli inquirenti di piazzale Clodio potranno fare una prima valutazione degli atti ricevuti. I magistrati del Cairo hanno anche assicurato che consegneranno le relazioni scientifiche riguardanti gli esami degli abiti che Giulio indossava quando fu trovato morto tra Il Cairo ed Alessandria.

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