Purtroppo affondano anche le ultime speranze di Vincenzo Nibali. Dopo il tappone dolomitico, la cronoscalata dell'Alpe di Siusi quello di ieri è stato il terzo flop consecutivo. Una frazione breve (appena 132 chilometri da Bressanone ad Andalo) che si è rivelata molto combattiva; sono emersi, in maniera evidente, i valori in campo. Ha vinto lo spagnolo Alejandro Valverde (aveva ben figurato già domenica nella cronometro in salita dopo la flessione di sabato) che ha preceduto la maglia rosa Steven Kruijswijk; l'olandese sembra superiore a tutti gli altri pretendenti alla vittoria finale. Ho consultato gli archivi che smentiscono incertezze e dubbi sulla sua tenuta nell'ultima e decisiva settimana del Giro: l'anno scorso l'olandese proprio nella fase conclusiva aveva recuperato posizioni in classifica.
La “storia” della tappa parla chiaro sullo stato di forma di Nibali. La tappa è stata vivacizzata dalla fuga di una decina di corridori (in pratica tutti i migliori) dopo un attacco, per la verità piuttosto velleitario, di Nibali: il gruppetto dei battistrada si è via via sgretolato, sono rimasti in tre a guidare la corsa (oltre a Valverde e Kruijswijk, il russo Ilnur Zakarin) e, mentre il colombiano Esteban Chaves recuperava posizioni, Nibali sprofondava e scivolava nelle retrovie. Alla fine è arrivato al traguardo con un distacco di un minuto e 47 secondi e, adesso, il suo ritardo dalla maglia rosa è salito a 4 minuti e 43 secondi. Mi ha stupito la sicurezza di Kruijswijk capace di rispondere agli attacchi e scandire il passo sulla salita che porta a Fai della Paganella. Apprezzabile il forcing di Chaves che, staccato a metà tappa, è riuscito a risalire con grande tenacia grazie alle sue doti di scalatore.
“Mi ha stupito la sicurezza di Kruijswijk, capace di rispondere agli attacchi e scandire il passo sulla salita che porta a Fai della Paganella”
Entrato nell'ultima settimana il Giro sta evidenziando i valori in campo e, credo, che difficilmente a Kruijswijk sfuggirà la vittoria anche se è presto per esprimere un verdetto definitivo. Mi dispiace la progressiva caduta di Nibali, un grande campione che in questo Giro non mi sembra nelle condizioni a cui ci aveva abituati gli anni scorsi.
Oggi tappa per velocisti (196 chilometri da Molveno a Cassano d'Adda). Un omaggio a Gianni Motta a 50 anni dalla sua vittoria al Giro d'Italia; un campione la cui carriera è stata condizionata dall'incidente a una gamba. In quegli anni Motta era uno dei migliori, uno dei pochi ciclisti in grado di battere Eddy Merckx. Gianni Motta è un vero gentleman, che ho avuto modo di apprezzare in diverse uscite in bicicletta. E oggi a Cassano si ritroverà lo straordinario entusiasmo di tutta la Brianza ciclistica.
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