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Minoranza Pd all’attacco: «Cambiare rotta». Grillo:…

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le reazioni dopo i ballottaggi

Minoranza Pd all’attacco: «Cambiare rotta». Grillo: «Pronti a governare Paese»

Una «sconfitta netta e senza attenuanti a Roma e Torino contro le candidate M5s». E, pur in un quadro «frastagliato», con la «vittoria chiara e forte a Milano e Bologna contro i candidati delle destre», «resta l'amaro in bocca per alcune sconfitte molto dure, da Novara a Trieste». È l’analisi del voto delle comunali affidata dal Pd a una nota ufficiale, scritta nella notte con l’imprimatur del premier segretario Matteo Renzi, che ha atteso l'esito dei ballottaggi nel quartier generale del Nazareno. Per il Pd il dato del voto territoriale contiene anche «alcune indicazioni nazionali» su cui «rifletterà» la Direzione nazionale dem anticipata a venerdì 24 giugno, a partire dalle 15. Intanto Beppe Grillo esulta: «Ora voliamo alto verso il governo nazionale». Per il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia l'esito delle elezioni amministrative non mette però a rischio la tenuta del governo.

Speranza: segnale chiaro a governo, cambiare rotta
Ben più critica è l’analisi del voto da parte della minoranza interna del Pd. «I numeri dei ballottaggi sono come pietre: sono difficili da minimizzare. È un risultato oggettivamente non buono per il Pd, che dà un segnale politico chiaro al governo, a Renzi e all'azione che il Pd sta portando avanti. È un problema serio: il voto non credo possa essere banalizzato» ha dichiarato Roberto Speranza, esponente di Sinistra riformista, a Corriere Live. E ha aggiunto: «Il doppio incarico» di Renzi premier e segretario del Pd «non funziona, non fa bene al partito e non lo aiuta. Bisogna cambiare rotta». A lui ha fatto eco Gianni Cuperlo che ha parlato di «sconfitta severa» che merita «risposte chiare».

Grillo: non è un voto di protesta, pronti a governo nazionale
Nel day after del ballottaggio anche il Movimento Cinque Stelle fa i conti, in positivo, con l’enorme successo registrato alle urne. «Missione impossibile riuscita», ha commentato questa mattina il leader storico del Movimento Beppe Grillo uscendo dall'Hotel Forum di Roma. «Non è un voto di protesta ma di cambiamento. È una grande vittoria. Ora voliamo alto verso il governo
nazionale. L’aereo della missione impossibile è decollato e prenderemo quota», ha assicurato.

Orfini: entro ottobre convocare il congresso del Pd
Intanto, sempre in casa dem, il presidente del partito Matteo Orfini ha rilanciato sulla rapida convocazione del congresso Pd, non nascondendo le responsabilità dell’attuale gruppo dirigente, a partire da se stesso (Orfini è commissario del Pd nella Capitale, ndr), sui risultati del voto romano. «Prima delle elezioni - ha scritto su Facebook - ho ricordato a tutti che entro ottobre avremmo dovuto convocare il congresso, perché questo prevedono le nostre regole. E questo accadrà. Quella sarà la sede in cui faremo le scelte, ma è ovvio che abbiamo bisogno di discutere, da subito». E ha aggiunto: «Dopo un risultato come quello di Roma credo che solo una cosa non si possa fare: discutere per finta. Abbiamo il dovere della sincerità. Che significa riconoscere gli errori». «E vale per tutti, prima di tutto per me». Fonti del Nazareno hanno fatto però sapere che alla direzione nazionale del Pd di venerdì (dove si affronterà l'analisi del voto alle amministrative) Orfini non si presenterà da dimissionario rispetto al suo incarico di commissario del partito nella Capitale.

“Il mio desiderio è fuggire. Fuggire da ciò che conosco, fuggire da ciò che è mio, fuggire da ciò che amo”

Fernando Pessoa, citato da Roberto Giachetti su Facebook 

Il giorno dopo la sconfitta al ballottaggio contro Raggi il candidato dem sconfitto, Roberto Giachetti, si limita a postare su Facebook una citazione di Pessoa: «Il mio desiderio è fuggire. Fuggire da ciò che conosco, fuggire da ciò che è mio, fuggire da ciò che amo. Desidero partire: non verso le Indie impossibili o verso le grandi isole a Sud di tutto, ma verso un luogo qualsiasi, villaggio o eremo, che possegga la virtù di non essere questo luogo. Non voglio piu' vedere questi volti, queste abitudini e questi giorni. Voglio riposarmi, da estraneo, dalla mia organica simulazione».

Brunetta: avviso di sfratto a Renzi
Nel centrodestra la lettura del voto è diversa tra Forza Italia e Lega, unite solo nel parlare di “avviso di sfratto” al governo. Queste elezioni amministrative «per
Renzi avranno lo stesso peso che ebbero le Regionali del 2000 per D'Alema. È vero che lui non ha esplicitato l'azzardo del suo collega, ma personalizzando il referendum ha di fatto personalizzato anche il voto delle amministrative. Che per lui sono state una sconfitta. E in vista dell'appuntamento di ottobre, questo è un avviso di sfratto» ha detto Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, in un'intervista al Corriere della Sera.

Milano, Salvini: formula moderata sbagliata
Ma è in particolare sul risultato di Milano che lettura del centrodestra diverge. «Milano insegna che il “dentro tutti non paga”» ha dichiarato il leader del Carroccio Matteo Salvini, che ha aggiunto: «La formula moderata era sbagliata e le minestre riscaldate la gente non le mangia. In campagna elettorale mi sono morso la lingua più volte sentendo parole di Albertini e di Parisi. Ma ora dobbiamo capire dove abbiamo sbagliato e ripartire». E sul ruolo di Parisi nel centrodestra Salvini ha tagliato corto, negando possibili aspirazioni nazionali: «Farà il capogruppo della opposizione a Milano. Stop. Va bene tutto ma non penso nuovo centrodestra passi da Alfano e Passera».

Romani: centrodestra riparte da modello Milano
Opposta la lettura di Paolo Romani, capogruppo di Forza Italia al Senato che, malgrado la sconfitta, giudica molto positivamente il risultato di Milano («un esperimento ben riuscito e che dimostra la vitalità del centrodestra») . E incalza: «Il centrodestra rinasce ma col modello Milano». Non mancando di sottolineare come i ballottaggi segnino la «sconfitta clamorosa» e il «disastro del Pd e di Renzi». È convinto che il “modello Milano” funzioni anche il capogruppo di Area popolare alla Camera Maurizio Lupi che, in un colloquio col Corriere della Sera, ha affermato che «la coalizione messa in campo» a Milano «è la strada per rigenerare il centrodestra».

“La formula moderata era sbagliata e le minestre riscaldate la gente non le mangia”

Matteo Salvini, segretario della Lega 

Alfano: vecchio centrodestra non esiste più
Per il leader dei centristi di Ncd Angelino Alfano «il vecchio centrodestra come lo abbiamo conosciuto non esiste più». Alfano ha poi spiegato così la sua strategia: «C'è il tentativo di Salvini di far nascere una destra estrema. Noi dobbiamo far nascere un'area liberale e popolare che sia competitiva, che possa aggregare quei milioni di elettori che oggi non trovano casa nell'attuale offerta politica e si rifugiano nell'astensione o nel grillismo». E ha aggiunto: «Sono state elezioni in cui può festeggiare solo il M5s è inutile girarci attorno. Il Pd ha preso una bella batosta, ma il centrodestra non ha nulla da festeggiare perché non è mai stato così all'asciutto».

Boccia: Governo non a rischio, avanti con riforme
Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, non crede che il risultato dei ballottaggi delle elezioni amministrative, che hanno segnato una battuta d'arresto per il Pd, principale partito di governo, possa avere ripercussioni sulla stabilità politica italiana. «Onestamente no», ha risposto alla domanda se all'indomani delle elezioni in alcuni dei principali comuni italiani veda rischi per la stabilità del governo. «Direi di distinguere la questione delle amministrative con la questione politica di governo», ha dichiarato Boccia a margine dell'assemblea di Federazione Gomma Plastica. E ha aggiunto: «Per noi la partita, è evidente, è il segnale dell'affluenza alle urne, che è abbastanza chiaro». «Si gioca tutto sulla crescita - ha proseguito il presidente di Confindustria - sia in chiave italiana che in chiave europea. Consideriamo questo messaggio un orientamento a continuare sulla stagione delle riforme economiche perché il grande nemico da combattere è l'assenza della crescita, sia in Italia che in Europa».

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