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Dossier Cinque storie per cinque giorni olimpici

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Dossier | N. 97 articoliOlimpiadi e Paralimpiadi di Rio 2016

Cinque storie per cinque giorni olimpici

Il lottatore di Tonga, Pita Taukatofua (Reuters)
Il lottatore di Tonga, Pita Taukatofua (Reuters)

La sfilata fai da te del triatleta
Si chiama Ben Kanute ed è un atleta americano che parteciperà alle Olimpiadi nel triathlon. Ma non l'avete ancora visto perché la sua gara è in programma il 18 agosto e lui non arriverà a Rio prima di venerdì. Insomma, si è perso la cerimonia inaugurale e l'emozione della sfilata al Maracanã. Deluso? No, intraprendente: perché si è fatto la sua personale sfilata in Arizona dove si sta allenando. E lui e i compagni l'hanno filmato per un esilarante video postato su Internet: giacca blu e pantaloni bianchi della divisa, il tradizionale inno olimpico in sottofondo, Kanute sfila in una strada deserta, mimando alla perfezione la sfilata, con tanto di selfie e saluti al pubblico.

Oksana, mamma coraggio
Ha 41 anni e potrebbe essere la madre della maggior parte delle sue avversarie della ginnastica. D'altra parte, suo figlio Alisher ha proprio 17 ed è la ragione per la quale l'uzbeka Oksana Chusovitina è arrivata alla sua settima olimpiade. Più che una vita, la sua, è stata una sceneggiatura di un film, perché quando nel 2002 il piccolo Alisher aveva tre anni gli fu diagnosticata la leucemia. Da quel momento Oksana, che con il marito lottatore non navigava nell'oro, inizia una lotta per raccogliere i soldi necessari alle cure. Vende la sua casa in Ubzekistan, si trasferisce a Colonia, dove un ospedale accetta di “farle credito” curando suo figlio, raccoglie fondi esibendosi e continua con una determinazione micidiale a praticare la ginnastica: «L'unico modo per continuare ad avere i soldi necessari alle cure». La guarigione di suo figlio, definitiva qualche anno fa, è stata la sua «più grande vittoria» e adesso si gode la sua settima Olimpiade con il cuore più leggero.

La pipì viola
Nella serissima polemica sul doping dei cinesi nel nuoto, che ha tenuto banco nelle ultime 48 ore, emerge un dettaglio quanto meno buffo. L'accusa, rabbiosa, del francese Camille Lacourt al controverso vincitore dei 200 stile libero Sun Yang. «Fa la pipì viola!», ha gridato in un'intervista a RMCsport. Occhio al colore dell'acqua delle piscine...

Le medaglie del lottatore di Tonga
Dicono che Pita Taukatofua, o qualcuno per lui, avesse studiato tutto fin dall'inizio, quando ha sfilato, portabandiera di Tonga, in costume etnico, a torso nudo e con il petto cosparso d'olio. Petto notevole, come tutto il resto, essendo Pita un lottatore, dal sorriso ammaliante e lo sguardo profondo. Senza gareggiare è già diventato una star delle tv, dove è stato cosparso d'olio da avvenenti conduttrici della NBC e ha intrigato la bellissima modella Adriana Lima, che non ha saputo resistere al selfie con lui.

Alla fine vince il Kosovo
C'è un altro medagliere oltre a quello ufficiale dominato dagli Stati Uniti e dalla Cina. Quello delle medaglie pro capite, ovvero ogni quanti abitanti c'è un podio olimpico. Allo stato attuale delle cose il Kosovo è in testa con una medaglia ogni 1,8 milioni di abitanti (ovvero tutti quelli della piccola nazionale balcanica alla prima vittoria olimpica con la judoka Majlinda Kelmendi), segue la Slovenia con una medaglia ogni 2 milioni abitanti, completa il podio la Nuova Zelanda con una medaglia ogni 2,2 milioni di abitanti.

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