L'epifania del predestinato Gregorio Paltrinieri in una doppietta bellissima, in una cavalcata tricolore da storia. Paltrinieri ha dominato i 1500 stile di Rio in 14'34”57 e Gabriele Detti, già bronzo nei 400 stile, ha raccolto un altro meraviglioso terzo posto (14'40”86), alle spalle dell'americano Connor Jaeger (14'39”48). Il ragazzone di Carpi, tranne che ai 100, è sempre stato davanti, per chiudere con quasi 5 secondi sull'americano e 10 sotto il crono della semifinale.
Ha attaccato sempre, ha nuotato da velocista, leggero, pur se con rabbia, con fame, con il suo galleggiamento meraviglioso, nonostante una struttura (1,91 m per 66 chili) importante. Ha aperto le acque e il pubblico lo ha trascinato nella sua cavalcata verso l'oro, che fin verso i 1350-1400 metri era stato anche record del mondo. Quello che, secondo il suo tecnico Stefano Morini, può raggiungere se lima un paio di centimetri a virata: “Sapevo di valere l'oro – ha detto alla fine Gregorio – ora voglio il record”. Ha comunque nuotato come fosse rock, lui che adora caplètt e grana. Quanta strada dal Settecolli 2011 quando Greg non era nessuno e fece 15'04”, poi la vittoria agli Europei giovanili, ma un brutto Mondiale a Shanghai nel 2011 e il quinto posto ai Giochi di Londra 2012, fino al bronzo a Barcellona 2013 e ai due ori (1500 e 800 stile) ai Mondiali di Kazan 2015. Un atleta da far brillare gli occhi, e anche un uomo vero: nel 2012, quando il terremoto scosse la sua Emilia, rimase lontano da casa per i danni del sisma ma diede una mano vendendo magliette con il suo nome.
La notte di Rio è azzurrissima grazie al bronzo di Gabriele Detti: il livornese ha controllato, faticato là dietro senza mai allontanarsi troppo, senza mai scomporsi e ai 1350 completava la sua coraggiosa rimonta raggiungendo la terza posizione. Greg e Gabriele, una settimana di differenza, i 22 anni dietro l'angolo, amici e compagni di piscina, stesso allenatore, quello Stefano Morini, che è anche zio di Detti. Uno, Greg, tifa Juve, l'altro, Gabriele, Inter, si sfidano alla play e dopo 1500 metri si abbracciano, felici e salvano l'Italia del nuoto. Londra e le sue zero medaglie è parentesi chiusa. Oggi Greg e Gabriele sono l'Italia della fatica, quella che non molla mai: sono le mamme che badano a casa e figli, sono i ragazzi che non si arrendono alla disoccupazione, sono gli anziani che sbarcano lunario con poco. Greg e Gabriele sono un'Italia concreta, vera, pulita e felice.
L'ultima serata del nuoto si è chiusa con i 50 stile alla danese Pernille Blume e con una fetta di storia anche per gli Usa: hanno dominato la 4x100 mista femminile (con Simone Manuel in ultima frazione; solo ultima la staffetta italiana) e quella maschile (con Michael Phelps, immenso e commosso, ai titoli di coda). Due ori a stelle e strisce che portano il totale Usa nella storia dei Giochi a quota mille: una immensa corazzata dello sport a cinque cerchi.
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