Italia

M5s, Grillo: allargheremo il direttorio

  • Abbonati
  • Accedi
crisi in campidoglio

M5s, Grillo: allargheremo il direttorio

Mentre in Campidoglio continua la ricerca affannosa dei nomi che mancano per completare la squadra di Virginia Raggi, i contraccolpi delle vicende romane sul Movimento Cinque Stelle appaiono nero su bianco in un post firmato da Beppe Grillo e pubblicato ieri sul blog: «In futuro continueremo a evolvere, ad allargare di conseguenza la struttura di coordinamento e a potenziare gli strumenti di democrazia diretta a disposizione degli iscritti per le decisioni dirimenti all’interno del M5S». Tradotto: sarà ampliato il direttorio, composto dai cinque deputati Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio, Roberto Fico, Carla Ruocco e Carlo Sibilia. E saranno irrobustiti anche gli altri “organismi”: il gruppo dei responsabili delle funzioni della piattaforma Rousseau e la squadra di supporto ai comuni.

Il cambiamento interno del M5S è stato sollecitato direttamente da Davide Casaleggio e dal vertice “tecnico” milanese, alla luce degli sbagli commessi nella capitale che hanno fatto naufragare l’esperienza del mini-direttorio e vacillare la figura di Di Maio. Anche se non si mette in discussione la sua posizione di aspirante candidato premier. Lui sentenzia: «Tutte le azioni grandi e degne di onore sono accompagnate da grandi difficoltà ed entrambe devono essere affrontate e superate con coraggio e senso di responsabilità». Ai cronisti precisa: «Nessun azzeramento del direttorio».

Ma l’annunciato allargamento suona inevitabilmente come un depotenziamento del ruolo dei cinque deputati. Ed è invece un gol per i senatori, riuniti di nuovo anche ieri, che, per bocca di Barbara Lezzi, avevano auspicato un organo con 30-40 membri: parlamentari, sindaci e consiglieri. La novità si rispecchierà anche nella comunicazione: il mantra è «basta con i soliti noti». Anche se oggi in Tv torneranno Di Maio e Di Battista: il primo ospite di Politics, la trasmissione che aveva disertato la scorsa settimana nel pieno della bufera; il secondo a Otto e mezzo.

Intanto l’amministrazione capitolina fa i conti con l’autonomia che Grillo e Casaleggio hanno deciso di lasciarle. Si appaiano però le “campagne”: mentre Grillo lanciava l’hashtag #dilloalgiornalista per denunciare «i fatti drammatici» che la stampa «non vede», Virginia Raggi si è scagliata via Facebook contro i giornalisti e i fotografi che la assediano: «Cosa vi hanno ordinato di catturare oggi? Un dito nel naso, i capelli fuori posto, mio figlio che magari fa i capricci, per dire che sono una madre snaturata? Mi fate un po’ pena». Si è unito il vicesindaco (e fedelissimo) Daniele Frongia: «Stamattina ho visto una vostra rappresentanza davanti al mio giardino. I cani sono stati molto contenti. Ho cani weimaraner che sono atletici sanno saltare fino a 3 metri e ho difficoltà a tenerli. Ma per la vostra tutela li tengo dentro casa». Parole che hanno scatenato ancora polemiche. Con il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino, che ha invitato la sindaca a considerare che «ha diritti alla privacy attenuati, come tutti coloro i quali hanno funzione pubblica». E con l’Associazione Stampa Romana che ha ricordato come Raggi non abbia «brillato nell’informare con conferenze stampa, incontri e interviste franche e aperte».

Sfoghi a parte, la sindaca ha l’urgenza di riempire i tasselli mancanti della sua squadra. Prioritario è il nuovo assessore al Bilancio, dopo l’addio di Minenna e lo stop a De Dominicis, risultato indagato a poche ore dalla nomina. La rosa si è ridotta: tra i papabili restano l’ex ragioniere generale dello Stato Mario Canzio e l’avvocato e commercialista Massimo Zaccardelli, già revisore dei conti in Campidoglio durante l’amministrazione Marino. Perde invece quotazioni l’economista Nino Galloni. Il consiglio comunale è convocato martedì 20.

Stamattina si tenta invece il mai decollato asse Roma-Torino: Raggi incontrerà la “collega” Chiara Appendino per annodare i fili delle collaborazioni tra le due città a Cinque Stelle. Insieme, parteciperanno all’Anci all’assemblea preparatoria di quella di ottobre. Quando sferreranno l’offensiva, di cui potrebbe pagare il prezzo - per lasciare il posto a Raggi - il vicepresidente Federico Pizzarotti, ancora in attesa del verdetto sull’espulsione dal M5S.

La prossima settimana è atteso invece l’annuncio ufficiale del no a Roma 2024. Ma il presidente del Coni Giovanni Malagò - che oggi presenta insieme al Comitato promotore il primo censimento completo del patrimonio sportivo della città - è tornato a lanciare un messaggio a Raggi: mai candidatura, ha detto, «è stata così compatta e omogenea».

© Riproduzione riservata