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Il Napoli batte il Benfica. E se la Champions fosse come la Premier dello…

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Il Napoli batte il Benfica. E se la Champions fosse come la Premier dello scorso anno?

È presto per dirlo, ma i risultati che si susseguono nei primi due turni dei gironi lasciano spazio all’ipotesi: e se la Champions di quest’anno fosse come la Premier 2015/2016? Ovvero un anno di transizione, con le superfavorite in difficoltà e disposte per una volta a regalare una favola? Il dubbio viene dopo aver visto, ieri sera, il Bayern di Ancelotti sconfitto 1-0 dall’Atletico Madrid, il City di Guardiola fermato sul 3-3 dal Celtic, il Barcellona uscire dallo stadio del Borussia Mönchengladbach con un 2-1 risicato e frutto, diciamola tutta, più di un regalo del portiere Sommer che del gioco espresso nei 90 minuti.

In questo gruppo delle sorprese dobbiamo per forza mettere anche il 4-2 rifilato al Benfica dal Napoli di Sarri. Non che i partenopei siano una “piccola” squadra, sia chiaro, ma battere il Benfica con l’autorevolezza mostrata ieri sera è stato francamente qualcosa capace di andare oltre le più rosee previsioni. I portoghesi non sono la Dinamo Zagabria, l’ultima avversaria della Juventus: sono un’ottima squadra, con gioco e palmares. Eppure il Napoli, per tre quarti abbondanti della gara, ha letteralmente disposto dell’avversario come se di fronte avesse una rivale di basso livello. Il gioco di Sarri, forse per la prima volta in modo così chiaro, ha funzionato anche in campo internazionale.

I gol di Hamsik, Mertens (doppietta) e Milik avevano portato i padroni di casa sul 4-0, chiudendo la pratica con largo anticipo sul fischio finale: purtroppo a quel punto, invece di controllare, si sono letteralmente addormentati, rinunciando a giocare e incassando i 2 (inutili) gol che hanno fissato il risultato. Ma poco cambia nelle considerazioni finali: il Napoli, in Champions come in Campionato, punta sulla forza del gioco. E per quanto possa sembrare paradossale l’addio di Higuain aiuta a proseguire su questa strada. Non avere più il totem d’attacco coinvolge maggiormente tutti gli uomini che giocano dalla metà campo in su, a partire da Hamsik che sembra finalmente tornato sui livelli di qualche anno fa. QUalcosa da correggere? Reina e compagni non possono prescindere dal gioco, facendolo diventano una squadra normale con evidenti limiti difensivi. Se riuscissero a tenere la stessa concentrazione per 90 minuti, probabilmente ne vedremmo delle belle anche nel prosieguo della competizione.

Dicevamo prima del parallelo tra la Champions di quest’anno e la Premier dell’anno scorso: presto per esserne certi, ripeto, ma le grandi hanno finora dimostrato di avere qualche problema, più o meno tutte. Cosa che Ranieri, a chiusura della cavalcata vincente del Leicester, aveva onestamente riconosciuto dicendo: «L’anno prossimo avranno sistemato i problemi e sarà un’altra storia...». Bello pensare che per lo stesso Leicester si apra adesso lo spriraglio della Champions, anche se il campo dei partecipanti è così ampio da rendere l’impresa ancora più ardua.

Ma è una situazione che può far comodo a tante squadre, finora costrette a vedere da lontano la Coppa dalla grandi orecchie. Vale per il Napoli, se continuerà a giocare come ha fatto finora, per l’Atletico, che la Coppa l’ha sfiorata due volte, per il Psg, per il Siviglia e anche e soprattutto per la Juventus. I bianconeri sono sulla carta una potenza di primo livelo, ma devono ancor trovare un assetto di gioco chiaro e la continuità necessaria per arrivare in fondo alla Champions: sapere che avversari del calibro di Bayern e Barcellona potrebbero essere alle prese con un anno di transizione dovrebbe spingere Allegri e i suoi a puntare ancora di più su una competizione che da troppo tempo sfugge alla società bianconera.

Solo il tempo ci dirà se questa interpretazione troverà conferma: prendiamolo come un pronostico, che magari si rivelerà sbagliato perché tutto tornerà alla normalità con spagnoli e tedeschi a dettar legge. Ma i pronostici, tutto sommato, li sbaglia solo chi ha il coraggio di farli...

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