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Juve e Napoli in fuga, a Roma scoppia il caso Ilary Blasi-Spalletti

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Juve e Napoli in fuga, a Roma scoppia il caso Ilary Blasi-Spalletti

Ansa
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Il tema della sesta giornata si riassume con una sola parola: continuità. Quella che manca alle inseguitrici di Juventus e Napoli. Una coppia destinata, secondo pronostico di inizio stagione, a fare corsa separata per la conquista dello Scudetto, lasciando alle inseguitrici la lotta per il terzo posto in Champions. Al momento pronostico rispettato, non tanto per la forza dirompente dimostrata da bianconeri e partenopei, che anzi hanno più di un nodo da sciogliere, ma quanto per l’incapacità delle inseguitrici di tenere un passo accettabile.

Succede così che l’Inter, fermata in casa sull’1-1 dal Bologna, si trovi comunque solitaria al terzo posto della classifica, grazie ai passi falsi della Roma (secco 3-1 incassato fuori casa contro il Torino) e al pareggio a reti inviolate tra Fiorentina e Milan. Un andamento lento che consente, in questa fase iniziale della stagione, di vedere appena un punto dietro ai nerazzurri un mucchio selvaggio formato da Roma, Lazio, Milan, Chievo e Bologna. Ovvio che a fine stagione non sarà più così, ma per il momento la classifica è compatta e sembra dare possibilità di qualificazione europea a molte squadre.

La capolista, comunque e come era logico attedersi, è sempre la Juventus: da tempo dico che il vero avversario della Vecchia Signora è la Champions. Facendo strada in Europa, Buffon e compagni potrebbero distrarsi dal campionato, un obiettivo ormai più che secondario per le ambizioni della società e dello stesso Allegri, che per creare un vero divario con chi l’ha preceduto (Conte) deve per forza tentare di sollevare la Coppa dalle grandi orecchie.

Proprio in questa ottica l’allenatore bianconero ha qualche preoccupazione. La prima gara contro il Siviglia ha mostrato qualche scricchiolio, confermato poi nella sconfitta di San Siro e tutto sommato anche nella gara di sabato contro il Palermo: vinta grazie a un autorete, ma in modo meno brillante di quanto fosse lecito attendersi. Vero che in Italia la Juve vince anche queste partite, mentre gli avversari (Napoli a parte) si fermano spesso e volentieri, ma è altrettanto vero che una Juventus come quella delle ultime tre gare non può bastare in Europa. Non tanto nel girone, perché sarebbe criminale non passare agli ottavi, ma per la prosecuzione della competizione. Il gioco è meno fluido rispetto allo scorso anno, e anche rispetto a due anni fa. Higuain, gol a parte, non è ancora entrato appieno nei meccanismi della squadra e il suo compagno di reparto, Dybala, sembra più preoccupato di svolgere il compito assegnatogli che non di lasciare libera la fantasia, suo vero punto di forza. A questo si aggiungono due infortuni (Asamoah e Rugani, per entrambi stop di un mese e mezzo) che non fanno certo piacere ad Allegri, anche se può contare di fatto su due squadre.

Il Napoli riprende la corsa battendo 2-0 il Chievo e si mantiene a una sola luinghezza dalla capolista: la lotta per il vertice si annuncia lunga, con le gare in Europa a fare da arbitro visto che tolgono energie fisiche e mentali. A Napoli accade quello che nessuno ipotizzava: Sarri che si lamenta degli arbitri e il presidente De Laurentiis che butta acqua sul fuoco.

In casa Inter, ma vale per tutte le altre presenti nelle zone alte della classifica, come detto il problema da risolvere è quello della continuità. I nerazzurri a occhio sono meglio attrezzati grazie a una rosa importante (ieri esordio anche per Gabigol) ma Frank De Boer ha bisogno di tempo per mettere a punto meccanismi che, al momento, non possono prescindere dalla presenza dei titolari. A proposito, chi dubitiva che il vero grande acquisto dell’Inter fosse Joao Mario si guardi la gara di ieri contro il Bologna: senza il portoghese è un’altra Inter. Se poi aggiungiamo anche il forfait di Murillo, ecco un’Inter meno precisa rispetto alle ultime gare. Diciotto tiri verso la porta avversaria, contro soli quattro, non sono bastati per schiodare il risultato dall’1-1. Complici gli errori allo scadere di Icardi e di Ranocchia: per il difensore, però, finalmente una buona partita, sarebbe bello vederlo tornare ai livelli che tutti gli accreditavano a inizio carriera.

Per la Roma le cose si complicano dentro e fuori dal campo: tre reti prese contro il Torino dimostrano che, come scritto settimana scorsa, se difende solo Strootman (peraltro ieri in affanno) contro avversari capaci di giocare a calcio diventa dura. Totti è una ciliegina sulla torta, ma la torta deve essere di una certa consistenza. Il Capitano ieri ha segnato il gol numero 250 di una straordinaria carriera, ma ormai considera la copertura e i rientri come un inutile orpello accademico. Non è così. A rincarare la dose, fuori dal campo, arrivano le dichiarazioni della moglie Ilary che definisce Spalletti «un piccolo uomo» e, riferendosi al presidente Pallotta, gli ricorda che prima di parlare di Francesco dovrebbe far funzionare la mente. Un bell’assist a tutto l’ambiente in vista dello scontro diretto con i nerazzurri...

Milan e Fiorentina chiudono zero a zero: i rossoneri si lamentano per un rigore non concesso a tempo scaduto: fallo netto, ma fuori dall’area. Orsato sbaglia perché non vede il fallo, ma ha ragione a non concedere il tiro dagli undici metri. Montella dovrebbe anche ricordare il rigore che la Fiorentina ha buttato contro un palo, e l’ottima partita di Donnarumma.

Insomma, niente di nuovo sotto il sole. Juventus e Napoli a parte l’andamento lento potrebbe favorire per il terzo posto l’Inter di De Boer, che se riuscisse a sistemare gioco e uomini senza perdere troppo terreno inq uesta fase potrebbe davvero conquistare un posto in Champions. Per la Roma, grande rivale per lo stesso obiettivo, lo snodo è ancora una volta Totti. Può sembrare incredibile, ma è cosi.

Buon campionato a tutti.

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