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Referendum, Renzi: ultima occasione per cambiare. Scontro con…

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la visita del premier

Referendum, Renzi: ultima occasione per cambiare. Scontro con D’Alema

«Il Paese si sta rimettendo in moto con una visione di orizzonte. Il governo italiano in questi tre anni qualcosa ha fatto. Le cose non vanno ancora bene, ma vanno meglio. Trovo affascinante la discussione sulla crescita del Pil, è un tema spassoso, se 1%, se 0,9 o 0,8%» ricordando che il «Centro studi di Confindustria ha detto lo 0,5% ma con delle clausole, rimosse quelle è di più». E ha aggiunto: «Chi è contento di una crescita dell’1% ricoveratelo, ma c'è un'inversione di rotta». Lo ha affermato il presidente del Consiglio Matteo Renzi intervenendo all’assemblea degli industriali torinesi.

«L’Italia - ha spiegato il premier - deve togliersi di dosso l’atteggiamento della rassegnazione. C’era la paralisi del Paese. Ora il Paese si è rimesso in moto, dando una spinta, avendo una visione e cercando di riportare la fiducia agli italiani perchè altrimenti non avrai mai il clima per creare uno spazio di futuro».

Renzi: G7 Industria nel 2017 a Torino
Nel mirino del premier soprattutto la burocrazia, che «ci sta distruggendo». «Quello dei Tar, avatar e controtar - ha aggiunto il premier con una battuta - è un meccanismo che non può funzionare. Io sono per la pista piana. Chi è più forte corre, chi è più bravo ce la fa. Sul labirinto, invece, anche il campione rallenta». «Serve un meccanismo più libero e semplice», ha aggiunto il premier, che ha annunciato il G7 Industria «il prossimo anno a Torino».

«Referendum ultima occasione per cambiare»
Al referendum costituzionale il presidente del Consiglio ha prima riservato una battuta: «Non parlo di referendum, diciamo che mi sento ampiamente rappresentato» ha detto Renzi, intervenendo all'assemblea dell'Unione industriali a Torino dopo il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, che aveva ribadito il sì degli industriali nel referendum sulla riforma costituzionale fissato per il 4 dicembre. Poi, intervistato dalla Stampa ha sintetizzato: «Se voti no ti tieni queste regole per i prossimi anni. Il referendum è un’occasione che non ricapita. Di mandarmi a casa ci saranno occasioni plurime, ma se si vota semplicemente contro il governo si butta via l’occasione per i prossimi 30 anni di cambiare le cose in Italia». E ha ribadito: «Questo non è un referendum contro la democrazia, è contro la burocrazia». Poi ha spiegato: «Non ho paura dei miei concittadini
e della democrazia. Credo che il buon senso e la saggezza prevarranno, ci sarà
un fracco di gente della Lega e di M5s che, quando leggerà il quesito referendario, voterà sì, ... anche se D’Alema non lo convinciamo. Ma non lascio a D'Alema e altri la possibilità di bloccarci il futuro». Poi ha annunciato che «La Leopolda si terrà a Firenze dal 4 al 6 novembre e sarà l’avvio dell'ultima fase della campagna referendaria».

«Pronto a cambiare Italicum con ballottaggio»
E sulla legge elettorale ha ribadito le aperture dei giorni scorsi: «Si dicono tante cose inesatte, ma siccome dobbiamo evitare le polemiche sono pronto a cambiarla». E ha aggiunto: «Il ballottaggio è giusto nei comuni. Ma vogliamo eliminare il ballottaggio? Vogliamo discutere? Bene. Ma non mi si dica che sistema dell'italicum è antidemocratico». In attesa della direzione Pd di lunedì prossimo il premier-segretario ha puntualizzato che il Pd «non presenterà un’altra proposta di legge» ma di essere «disponibile veramente ad andare a vedere le carte e a confrontarci».

«Su banche non tutti hanno avuto intelligenza Intesa-Sanpaolo»
Quanto al capitolo credito, il premier ha ammesso che «ci sono problemi con le banche», perché «non tutti hanno avuto l’intelligenza di mettersi insieme
come Intesa e Sanpaolo», aggiungendo che «da altre parti si è fatta incetta di poltrone, anziché avere una visione strategica». E ha aggiunto di non credere «al racconto stereotipato di chi dice di non parlare con gli imprenditori ma con i lavoratori», perché «se non ci fossero gli imprenditori, che sono i primi lavoratori, non ci sarebbero le imprese e, quindi non ci sarebbe il futuro del Paese».

«Italiani all’estero, creiamo clima per farli tornare»
«La notizia mi ha fatto male ed è per questo che dobbiamo rendere il Paese più semplice. I ragazzi che vogliono andarsene hanno tutto il diritto di farlo, noi
dobbiamo creare un clima che permetta loro di tornare». Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha commentato così il rapporto della Fondazione Migrantes sugli Italiani nel mondo, che parla di 107mila espatriati nel 2015. «Lo scambio europeo è fisiologico - ha aggiunto - ma siamo ancora poco attrattivi. Bisogna creare occasioni d’innovazione, ricchezza. Mi fanno paura la rassegnazione, la mancanza di entusiasmo, di grinta».

“Chi è contento di una crescita dell’1% ricoveratelo, ma c'è un'inversione di rotta”

Matteo Renzi, presidente del Consiglio 

Appendino incontra Renzi, un patto per Torino
Dopo il suo intervento all'Unione Industriale di Torino, Renzi ha incontrato a pranzo al Grattacielo Intesa-Sanpaolo i vertici della Banca Gian Maria Gros Pietro e Carlo Messina. Tra i commensali anche la sindaca pentastellata Chiara Appendino, attesa inizialmente per un caffè dopo pranzo , ma giunta poi praticamente assieme agli altri ospiti a causa dello slittamento dei tempi degli appuntamenti precedenti del premier. «L’incontro è andato bene - ha detto la sindaca al termine del faccia a faccia - abbiamo parlato del patto per Torino. Sul modello di quello di Milano immaginando qualcosa per la nostra città». E ha aggiunto: «Ora ci lavoreremo anche con il presidente Chiamparino. La disponibilità del governo c’è».

Visita alla Thales Alenia Space Italia
Dopo aver visitato in mattinata il Cottolengo Renzi ha visitato in mattinata la Thales Alenia Space Italia di Torino. Ad accoglierlo, l’amministratore delegato, Donato Amoroso. Sono intervenuti anche Roberto Battiston, presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana, Jean-Loic Galle, CEO Thales Alenia Space, e Mauro Moretti, amministratore delegato e direttore generale Leonardo-Finmeccanica.

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