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Dossier | N. 35 articoliRugby internazionale / I match d’autunno

Rugby: gli All Blacks straripano 68-10 contro gli azzurri in un Olimpico tutto esaurito

(Ansa)
(Ansa)

ROMA - Finisce 68-10 per la Nuova Zelanda e il punteggio dice tutto. Dieci mete degli All Blacks (con doppietta del solo Fekitoa e altri otto giocatori a festeggiare con una segnatura pesante a testa), mentre l'unica meta azzurra è stata segnata nel secondo tempo dal neo-entrato Boni, che ha sfruttato con una bella fuga sull'out destro un intercetto di Gori, anche lui inserito da poco. Una partita senza storia fin dall'inizio, con gli ospiti che schieravano una notevole quota di seconde scelte, desiderose di mettersi in luce e sicuramente lontane da ogni pericolo di distrazione.

L'Italia ha appena cominciato un lungo cammino con un nuovo tecnico e non era questa la partita in cui chiedere sostanziali cambi di rendimento. Ma certo perdere in casa con quasi 60 punti di scarto fa male: quattro anni fa, sempre all'Olimpico, finì 42-10 e già non c'era da essere contenti, stavolta il gap è praticamente raddoppiato.

Primo tempo
Non si poteva pretendere di opporsi alla Nuova Zelanda in maniera davvero efficace, ma si poteva sperare in alcune fasi di gioco un po' più equilibrate e in un passivo dei primi 40 minuti decisamente più contenuto. Invece hanno giocato solo gli All Blacks, più veloci, più rapidi nell'esecuzione, più forti in mischia, più rigorosi anche nei semplici fondamentali. Il parziale di 35-3 (cinque mete trasformate contro un solo calcio piazzato di Canna) dice tutto. La difesa azzurra non è criticabile sotto l'aspetto dell'impegno, ma per i Neri è stato relativamente facile creare la superiorità numerica, il più delle volte giusto al centro dei pali per favorire le puntuali trasformazioni di Cruden. E anche la sorte ha costretto gli Azzurri a remare contro vento praticamente da subito, visto che uno degli uomini più esperti, Ghiraldini, è dovuto uscire per infortunio dopo soli otto minuti.

Una partita-evento
C'è uno stadio in cui tutti i 63mila posti della capienza attuale sono occupati. C'è il migliore arbitro del mondo, l'istrionico gallese Nigel Owens. C'è la presenza n. 120, record italiano, per il capitano Sergio Parisse. Ci sono stati gli applausi per l'addio ufficiale alla carriera da parte di chi ha dato tanto al rugby azzurro: Michela Tondinelli, veterana della Nazionale femminile e prima a essere premiata con l'Ovale della Fir, e poi Marco Bortolami, Andrea Lo Cicero e Andrea Masi.

E soprattutto ci sono loro, gli All Blacks neozelandesi, la squadra più forte e più famosa del mondo, l'unico fenomeno sportivo “ovale” che tutti - anche gli assoluti profani - conoscono. L'inno di Mameli rimbomba sugli spalti e infine ecco la Haka, danza che in altre parti del mondo viene un po' “contrastata” dal pubblico, ma qui con il suo fascino induce il pubblico prima a un rigoroso silenzio e poi a una grandissima ovazione.

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