Dai documenti arrivati dalla Procura di Torino, «si evidenzia che Saverio Dominello e il figlio Rocco sono rappresentanti a Torino della cosca Bellocco Pesce di Rosarno. Rocco Dominello ha rapporti con la dirigenza Juve per la gestione di biglietti e abbonamenti. I dirigenti che hanno contatti con queste persone sono: Merulla, Carugo, D’Angelo e il presidente Agnelli». La precisazione, secondo le agenzie, è arrivata dal procuratore Figc Giuseppe Pecoraro nella sua relazione all’Antimafia sull’inchiesta Alto Piemonte. Anche il dg Beppe Marotta avrebbe avuto incontri occasionali col mondo degli ultras ma non è stato coinvolto nella conclusione delle indagini.
In serata poi è arrivata la smentita
In relazione all’audizione odierna tenuta di fronte la Commissione Antimafia, il Procuratore federale Giuseppe Pecoraro ha poi detto: «Smentisco quanto mi è stato attribuito da alcune agenzie di stampa riguardo l’inchiesta in corso sui rapporti tra la Juventus e presunti esponenti delle criminalità organizzata. Allo stato, dopo aver ricevuto gli atti dalla Procura della Repubblica di Torino e aver svolto le nostre indagini, stiamo valutando le memorie difensive della Juventus che ci sono state consegnate ieri sera. Solo dopo un’attenta valutazione delle stesse prenderemo le nostre determinazioni. Tra l’altro, ho chiesto che l’audizione odierna fosse secretata, proprio perché ci sono ancora valutazioni in corso. Mi sembra dunque irresponsabile attribuirmi dichiarazioni su fatti secretati».
La posizione della Juventus
«Nel rispetto di organi inquirenti e giudicanti ricordo che non ho mai incontrato boss mafiosi. Ciò che leggo è falso», ha replicato via Twitter il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, che ha anche sostenuto, in un memoriale inoltrato lo scorso luglio alla procura di Torino, che non ci sono stati «né sconti né omaggi» in occasione della cessione di biglietti della Juve a gruppi ultras.
Nel rispetto di organi inquirenti e giudicanti ricordo che non ho MAI incontrato boss mafiosi. Ciò che leggo è FALSO. #finoallafine...
– Andrea Agnelli(andagn)
«Il procedimento nei confronti della Juve è iniziato col mio predecessore Palazzi, il 2 agosto 2016 – avrebbe precisato Pecoraro, ex Prefetto di Roma -. Io sono stato a Torino dal procuratore Spataro chiedendo notizie sul procedimento in corso e per dare la mia disponibilità. Il Procuratore Spataro ha dato ampia collaborazione, inviandoci numerosi atti; nel tempo sono arrivate più di 5 mila pagine».
Dopo l’archiviazione in sede penale, le presunte infiltrazioni malavitose e il bagarinaggio nella curva bianconera rischiano di riservare brutte sorprese per la dirigenza juventina. Le parole di Pecoraro alla commissione parlamentare Antimafia, riportate dalle agenzie, sembrano infatti “cristallizzare” quelle condotte legate a contatti con ambienti del tifo organizzato vietate dalle norme federali. Il procuratore federale Pecoraro accusa il presidente Agnelli di aver «partecipato personalmente, in alcune occasioni, a incontri con esponenti della malavita organizzata e della tifoseria ultras».
La Juventus Football Club e il Presidente Agnelli hanno precisato a fine gennaio con una nota stampa «la Procura della Repubblica di Torino ha avviato e concluso, un'indagine su alcune famiglie ritenute appartenenti alla ‘ndrangheta alle quali si contestano oltre a reati contro persone e patrimonio, anche il tentativo di infiltrazione in alcune attività di Juventus Football Club», che «nessun dipendente o tesserato è stato indagato in sede penale» e «che, nel pieno rispetto delle indagini e degli inquirenti, la società ha sempre collaborato mantenendo uno stretto riserbo a tutela del segreto istruttorio».
Sul fronte della giustizia sportiva «la società ha già dimostrato fattivamente la propria disponibilità a collaborare». Il punto è che la Procura Figc dovrà ora accertare se ci sono stati appunto contatti con i gruppi ultras per mantenere la pace all'interno dello stadio. In questo si potrebbe ravvisare una violazione dell'articolo 12 del Codice di Giustizia Sportiva. Il comma 1 sancisce infatti che «Alle società è fatto divieto di contribuire, con interventi finanziari o con altre utilità, alla costituzione e al mantenimento di gruppi, organizzati e non, di propri sostenitori».
Il comma 2 invece prevede che le società siano «tenute all'osservanza delle norme e delle disposizioni emanate dalle pubbliche autorità in materia di distribuzione al pubblico di biglietti di ingresso, nonché di ogni altra disposizione di pubblica sicurezza relativa alle gare da esse organizzate». Il decreto-legge 8 febbraio 2007, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 aprile 2007, n. 41 stabilisce «il divieto di vendita di più di 4 biglietti alla stessa persona (…) e l'obbligo di esibizione il documento d'identità, all'atto della verifica, per l'accedere allo stadio».
“Si evidenzia che Saverio Dominello e il figlio Rocco sono rappresentanti a Torino della cosca Bellocco Pesce di Rosarno. Rocco Dominello ha rapporti con la dirigenza Juve per la gestione di biglietti e abbonamenti”
Il procuratore della Figc, Giuseppe Pecoraro
Qualora la Procura decidesse di istruire un processo sportivo dopo aver ascoltato le difese della dirigenza bianconera e aver esaminato gli atti della Procura ordinaria la Juventus potrebbe subire sanzioni come l'ammenda da 10.0000 a 50.000 euro.
Ai tesserati è poi fatto divieto di avere «interlocuzioni con i sostenitori durante le gare e/o di sottostare a manifestazioni e comportamenti degli stessi che, in situazioni collegate allo svolgimento della loro attività, costituiscano forme di intimidazione, determinino offesa, denigrazione, insulto per la persona o comunque violino la dignità umana».
È vietato, sempre dall'articolo 12, ai tesserati «di avere rapporti con esponenti e/o gruppi di sostenitori che non facciano parte di associazioni convenzionate con le società. In ogni caso detti rapporti devono essere autorizzati dal delegato della società ai rapporti con la tifoseria».
Anche in questo caso è prevista un'ammenda di 20mila euro. E nei casi più gravi per i dirigenti potrebbe scattare l’«inibizione temporanea a svolgere ogni attività in seno alla FIGC, con eventuale richiesta di estensione in ambito UEFA e FIFA, a ricoprire cariche federali e a rappresentare le società nell'ambito federale».
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