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Franchi tiratori in azione, salta patto Pd-M5s. Fiano: la legge…

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stallo preoccupa quirinale

Franchi tiratori in azione, salta patto Pd-M5s. Fiano: la legge elettorale è morta

Salta il patto a 4 (Pd-Fi-M5s-Lega) sulla legge elettorale. E la riforma si è avviata sul binario morto del ritorno in commissione. È questo il risultato di una giornata di bagarre alla Camera, nella quale Pd e M5s si sono rimpallati la responsabilità per i franchi tiratori che, approvando un emendamento dell'azzurra Biancofiore sugli 11 seggi del Trentino Alto Adige eletti in collegi uninominali, hanno fatto saltare l’intesa. E al Quirinale (dove il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha seguito con molta attenzione l'attività parlamentare odierna) non si nasconde la «preoccupazione» per la situazione venutasi a creare tra le forze politiche rispetto al dialogo avviato su una legge elettorale condivisa.

Fiano: la legge elettorale è morta
«La legge elettorale è morta». A Montecitorio la conclusione choc è del relatore dem della riforma Emanuele Fiano al termine di una seduta d’Aula caratterizzata dal ritorno dei franchi tiratori all’opera. Sul profilo Twitter del deputato campeggia, a riprova del nuovo probabilmente fatale inciampo, l’immagine del tabellone con annessa accusa ai Cinque Stelle di aver affossato l’accordo. Perché, per pochi secondi, il voto a scrutinio segreto su un emendamento per eliminare i collegi maggioritari che la riforma elettorale all’esame dell’Aula manteneva in Trentino Alto Adige (approvato nonostante il parere sfavorevole del relatore al testo) è stato palese a causa di un disguido tecnico. Moltissimi i voti verdi a favore dell’emendamento nei banchi grillini. E qualche pallino verde (per la verità) anche tra i banchi dem, caratterizzati da numerose assenze. Voti a favore anche da Forza Italia.

Legge elettorale torna in commissione
Alla ripresa dei lavori, nel pomeriggio, il Partito democratico ha chiesto il rinvio in commissione della legge elettorale. Un rinvio, approvato dall’Aula con 187 voti di differenza, che equivale di fatto a un binario morto. «Il M5s non ha mai sollevato obiezioni rispetto al sistema elettorale in Trentino Alto Adige. Il loro cambiamento di parere in Aula è il calpestamento di un accordo politico», ha affermato Fiano (commentando il comportamento in commissione e nell’assemblea del gruppo M5S) per spiegare il motivo della «morte» dell’accordo a 4 (Pd-Fi-Lega-M5s) sulla legge elettorale, sancito dal ritorno in commissione. Per Fiano «sia nel merito, sia nel metodo il percorso finisce qui». Quanto all'ipotesi di correzione del sistema elettorale per decreto legge, secondo i dettami della Consulta, ha puntualizzato: «Noi di decreto non parliamo». «Se ci sono vigliacchi ed irresponsabili, quelli appartengono al Pd. Il M5S aveva detto che avrebbe votato a favore dell’emendamento sul Trentino: i nostri voti non dovevano far cadere questa legge sulla base della vostra maggioranza bulgara. I traditori sono i vostri. Siete vigliacchi: lo avete fatto nel buio del voto segreto», ha scandito nell'Aula della Camera Danilo Toninelli (M5S) controribattendo alle accuse del Pd. Con chiosa finale: «Uccidete una legge elettorale che era fatta insieme per un feudo di undici seggi del Trentino».

Berlusconi: incidente non fermi cammino legge
Certo, c’è anche chi come Berlusconi chiede che l’incidente non fermi cammino legge. «L'incidente di oggi in aula, su un emendamento non condiviso dal quale Forza Italia ha preso immediatamente le distanze, non è una buona ragione per accantonare uno sforzo generoso. Sta ora alle forze politiche dalle quali quell'accordo era nato, prima di tutto il PD, continuare sulla sola strada che consente elezioni rapide con una legge elettorale adeguata. Se il partito di Renzi non lo facesse, prendendo a pretesto un incidente d'aula, si assumerebbe una grave responsabilità», ha ammonito il leader di Fi che ha aggiunto: «Penso che le elezioni senza una legge elettorale omogenea e adeguata siano molto difficili, pur a fronte della crisi politica in atto». Ma non la pensa così la Lega. «Non esiste più una maggioranza in grado di approvare una legge elettorale» ha chiosato il deputato del Carroccio Giancarlo Giorgetti, per il quale «l’unica soluzione è un decreto legge che riprenda i contenuti della sentenza della Corte
costituzionale per poi votare il prima possibile».

Grillo: legge affossata, è meraviglioso.
Che non ci siano più margini per mediazioni o accordi lo confermano le parole del vicepresidente della Camera Luigi Di Maio (M5s), che commentando il ritorno in commissione della legge elettorale, ha tuonato: «Ora si vada a votare e basta. Andiamo a votare con la legge elettorale che c'è, il Consultellum. Noi abbiamo accolto tutti gli appelli del Capo dello Stato, ma adesso basta, si deve andare a votare al più presto possibile». E ha aggiunto, rilanciando le accuse dem: «Questa legislatura finisce oggi. Era cominciata con 100 franchi tiratori che avevano affossato Prodi» nella corsa al Quirinale e «finisce oggi sempre con 100 franchi tiratori Pd che affossano la legge elettorale».

Naufraga la legge elettorale, le prossime mosse dei partiti

Colpisce poi il fatto che Beppe Grillo che solo una settimana fa aveva difeso l’accordo sul modello tedesco «votato a stragrande maggioranza dai nostri iscritti con oltre il 95% delle preferenze», invitando i “frondisti” interni ad adeguarsi, oggi dal palco di piazza San Secondo, ad Asti, dove è intervenuto a sostegno del candidato sindaco pentastellato Massimo Cerutti, abbia definito «una cosa meravigliosa» l’affossamento della legge elettorale.

Alfano: inciucellum affondato, è eurogoal
Tra i più soddisfatti per l’affondamento della legge elettorale i centrsiti di Ap, che contro la riforma avevano presentato pregiudiziali di costituzionalità bocciate dall’Aula a scrutinio segreto. «F.I. presenta emendamento. Noi di #AP
chiediamo voto segreto. Loro vanno sotto. #Inciucellum affondato! #EUROGOAL #leggeelettorale» ha esulta così, via Twitter, il leader di Ap, Angelino Alfano intervenendo sulla legge elettorale.

Rosato: mi chiedo se ci sia ancora maggioranza governo
E non è un caso se l ritorno in commissione della legge elettorale, non sembra privo di conseguenze politiche anche sulla tenuta del governo. «Mi chiedo come una maggioranza di governo ora possa stare insieme con Mdp che vota il 40% delle volte contro il governo e Ap con cui il rapporto non è idilliaco. Penso allo Ius soli ma anche alla legge di bilancio» ha chiosato infatti il capogruppo Pd alla Camera Ettore Rosato parlando con i cronisti in Transatlantico.

L’emendamento Biancofiore col giallo del tabellone
Stamani la Camera ha ripreso l’esame delle correzioni alla legge elettorale per la quale restavano da effettuare altre duecento votazioni, la maggior parte a scrutinio segreto, tra oggi e domani. Il sì finale era stato fissato dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio nella tarda mattinata di martedì prossimo. Ma come detto un “incidente” ha a sorpresa riattizzato gli animi: un emendamento di Forza Italia a firma Michaela Biancofiore sui collegi in Trentino Alto Adige passato contro il parere contrario della commissione (270 i sì, 256 no e un astenuto). Come detto per errore, a votazione aperta sul tabellone erano visibili palline rosse e verdi - contrari e favorevoli - come se la votazione fosse palese: dopo le proteste tutte sono diventate azzurre.

Cosa prevede la correzione approvata
L'emendamento di Micaela Biancofiore col sì dalla Camera elimina i collegi maggioritari che la legge elettorale manteneva in Trentino Alto Adige, introducendo nella Regione a Statuto speciale il riparto proporzionale dei collegi, come il «Fianum» fa per il resto del territorio nazionale. Sul piano ciò appare a tutti gli effetti uno “schiaffo” al Pd che si era fatto garante con la Svp del mantenimento del Mattarellum in Trentino Alto Adige. Nella Regione è tuttora in vigore in Mattarellum anche dopo l'approvazione del Porcellum nel 2005. Il sistema prevede dunque otto seggi maggioritari, vale a dire che il candidato più votato ottiene il seggio; ad essi si aggiungono 3 seggi proporzionali. Ovviamente nella provincia di Bolzano questo sistema assicura alla Suedtiroler Volkspartei (Svp) tutti i seggi, essendo il partito della minoranza di lingua tedesca il più forte. Il Mattarellum per il Trentino Alto Adige era stato dunque confermato sia nel Rosatellum che nel Fianum, un motivo per il quale la Svp era il quinto partito a sostenere la legge, assieme Pd, M5s, Fi e Lega.

Le avvisaglie del dietrofront
Ieri la prima giornata sulla nuova legge è stata vissuta col fiato sospeso, per il timore (divenuto assai concreto nel primo pomeriggio) che l’accordone a quattro tra i maggiori partiti potesse saltare. Soprattutto dopo il primo scrutinio in Aula (dove alla maggioranza che sosteneva la legge è mancato un centinaio di voti, anche se i franchi tiratori sono stati 66 contando i deputati assenti giustificati) e un successivo post di Beppe Grillo sul blog su un nuovo voto degli iscritti sabato e domenica sul testo finale della legge, che aveva fatto temere l’intenzione di defilarsi.

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