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L’Italia insegna il Var anche agli arbitri stranieri

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L’Italia insegna il Var anche agli arbitri stranieri

(Ansa)
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La Federazione Italiana Giuoco Calcio vuole diventare un punto di riferimento per la tecnologia e la video assistenza arbitrale. Per questo, a breve, a Coverciano ci sarà un centro dedicato con un simulatore come training, prima di tutto, per gli arbitri italiani e poi anche per le altre federazioni che vorranno usufruirne.
«Quello del Var è un processo che stiamo migliorando in corso d’opera. Per esempio, all’inizio avevamo una sola linea di comunicazione tra arbitro e Var, adesso abbiamo un cablaggio doppio e anche un backup con i walkie talkie collegato con il quarto uomo», ha dichiarato Roberto Rosetti, Lega Serie A – Video Assistant Referee (Var) Project Leader in occasione di uno degli incontri a margine del primo hackathon del calcio italiano in corso di svolgimento nella città di Trento, promosso da Figc, Provincia autonoma di Trento, Università di Trento e Trentino Sviluppo.

Dalla sua introduzione il Var è stato impiegato in 69 casi con una media di una decisione cambiata ogni 3,3 partite. Rispetto allo stesso periodo della scorsa stagione sono diminuiti i cartellini gialli, passati da 313 a 245, quelli rossi da 24 a 15 e in generale i fischi per fallo (-57). Sono aumentati, invece, i calci di rigore, da 20 a 34. Il gioco effettivo nello scorso campionato è stato di 50’ e 19” a gara, nelle prime sette giornate di quest'anno sono 51’ e 10”. Nelle prime tre giornate il tempo di revisione di un’azione portava via 1’ e 22”, adesso è sceso a 1’ e 12”.

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«È un aspetto che va migliorato ma quello che ci interessa in questa prima fase è la precisione l’accuratezza delle decisioni. Molto dipende anche da quale azione prevista dal protocollo internazionale viene verificata. Per un’azione di fuorigioco bastano solo 15”, mentre per un fallo grave di gioco o per condotta violenta c’è più accuratezza e l'arbitro deve andare a vedere il monitor a bordo campo e il tempo si dilata», continua Rosetti.

I costi del Var verranno probabilmente resi noti a fine stagione. «È una sommatoria di cifre: ci sono quelli inerenti la tecnologia, i Var per la federazione e poi quelli per l’implementazione del progetto», spiega ancora Rosetti.
Ogni cambiamento ha bisogno di tempo. «Siamo in ritardo rispetto agli atri sport. Il calcio è all’anno zero. L’obiettivo è quello di un calcio più giusto e della trasparenza del Var con i dialoghi pubblici tra i soggetti coinvolti. Dietro la tecnologia, che è importante, ci deve essere comunque la qualità umana», ha concluso Rosetti.

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