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Dossier | N. 177 articoliElezioni 2018-Ultime notizie, interviste e video

Elezioni 2018, Renzi: «Se Pd perde non farò nessun passo indietro»

«Io sono pronto a parlare di programmi, da qui a domenica. Non ci sarà nessun passo indietro e trovo sconcertante che tutto il tema della campagna elettorale sia quel che faccio io. Se pensate che passiamo l’ultima settimana a parlare del dopo, avete sbagliato destinatario». Così ha risposto il segretario del Pd Matteo Renzi a su SkyTg24, a chi gli domandava se sarebbe pronto a dimettersi da segretario in caso di sconfitta. Ossia se lo spoglio certificherà una performance del Pd con percentuali ben al di sotto del 25,4% di Bersani nel 2013. «Non posso dire in quale, ma il Pd è primo in un ramo del Parlamento. Siamo ad un passo dalla maggioranza assoluta, non credete a chi dice cose diverse», ha puntualizzato però Renzi, riferendosi al Senato e ai sondaggi che stimano i Dem più competitivi presso un elettorato più adulto. E ha invitato a non dare per persa la partita. Anzi. «L'operazione primo posto è alla nostra portata», ha twittato.

Renzi a industriali: Italia è ripartita, giudicate voi
«In questa legislatura l’Italia si è mossa, ora spetta a voi la decisione se sia o meno la direzione giusta. Ma non è più tempo di “Fate presto” come titolò il quotidiano di Confindustria (nel 2011, ndr). Oggi siamo in una dinamica in cui il Paese ha una prospettiva di sviluppo». Questo invece il messaggio stamattina a Milano del segretario del Pd parlando agli associati di Assolombarda. «Noi - ha rivendicato l’ex premier - abbiamo fatto quello che voi avevate chiesto per anni. Quando l’ho detto a Firenze, mi hanno attaccato dicendo che ho applicato l’agenda Confindustria. Ma io dico che abbiamo realizzato anche una parte dell'agenda del sindacato».

Quanto alle prospettive elettorali «il Pd sarà il primo partito il 4 marzo. E il primo gruppo parlamentare. Questo è il nostro obiettivo» ha ribadito il segretario dem, che ha confermato l’indisponibilità del suo partito a stringere alleanze con partiti «estremisti». «Berlusconi è alleato con Meloni e Salvini, con chi è contrario all'euro, propone i dazi sulle esportazioni e ha come riferimento la Le Pen. Il partito democratico - ha dichiarato - non può stare al governo con gli estremisti».

Berlusconi: difficile recuperare rapporto con Renzi
Chiusure alla grande coalizione con il Pd a guida renziana sono arrivate anche oggi dal leader azzurro Silvio Berlusconi. «Se si può recuperare qualcosa nel rapporto con Renzi? No, la vedo difficile» ha a Rtl 102.5 detto il presidente di Forza Italia, che ha assicurato di non aspettarsi sorprese rispetto ai sondaggi e si è detto sicuro di uno «splendido risultato».

Salvini: centrodestra vincerà e Lega fortissima
Il leader della Lega Matteo Salvini, che ha confermato l’appuntamento unitario del centrodestra all'Atlantic giovedì dell'Eur («anche con Berlusconi»), rispondendo a una domanda in merito alle parole del leader di Casapound Simone Di Stefano che ha annunciato la volontà di sostenere un governo a guida Salvini, ha chiosato: «Mi occupo di Lega e di centrodestra, lavoro perché gli italiani scelgano un governo di centrodestra a guida leghista. Tutto quello che accade fuori non mi interessa. Non vedo l'ora di essere messo alla prova, poi dal 5 marzo incontrerò tutti». E ha rilanciato la sua ambizione alla premiership parlando a Terni a margine di un’iniziativa elettorale: «Non mi pongo il problema della coalizione se nessuno avrà la maggioranza - ha detto - perché il centrodestra vincerà e la Lega andrà fortissimo, io sono pronto a fare il presidente del consiglio e a fare la squadra»

Di Maio: no alleanze, accordo su programma
Il candidato premier M5s Luigi Di Maio ha ribadito invece le sue parole d’ordine per il post voto: no alle alleanze con altri partiti, sì a un contratto sui temi chiave del programma M5s. «Non ho mai parlato di alleanze - ha detto Di Maio nell'anticipazione di un'intervista a Rete4 - Se gli altri vogliono parlare siamo noi a dare le carte. Niente scambi di poltrone, ma un contratto davanti agli italiani in cui si dice che noi vogliamo il taglio degli stipendi, quello dei vitalizi, il vincolo di mandato e un aiuto a tutte le famiglie che fanno figli. Voi cosa proponete? Mettiamolo per iscritto e si fa questo per 5 anni. Nella prossima legislatura o parlano con noi oppure si torna a votare». Poi ha ricordato l'annuncio sulle tre le donne nella squadra di governo. Avranno ruoli chiave» ha assicurato. Nello specifico «il Ministero dell'Interno, la Difesa e gli Esteri». Quanto alle coperture del programma M5s, Di Maio ha spiegato: «A noi servono 14 miliardi per il reddito cittadinanza e altri 5 per superare la legge Fornero. Se non dovessero bastare, possiamo anche sforare qualche parametro europeo e fare un po' di deficit come ha fatto la Spagna».

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