Italia

Dossier Centrodestra autonomo e Pd primo per eletti: le percentuali-salvezza

  • Abbonati
  • Accedi
Dossier | N. 177 articoliElezioni 2018-Ultime notizie, interviste e video

Centrodestra autonomo e Pd primo per eletti: le percentuali-salvezza

A meno cinque giorni dal voto, nei quartier generali dei partiti, sondaggi alla mano, si definiscono le asticelle in base alle quali il 5 marzo si stabilirà chi ha vinto e chi ha perso le elezioni. Gli obiettivi variano sensibilmente da partito a partito.

Elezioni, niente più scheda nellurna. Come si vota il 4 marzo - Guida

Pd: partito con più eletti
Al Nazareno si preferisce evitare di dare una percentuale in base alla quale stabilire se il partito ha vinto o ha perso. Per Matteo Renzi la vittoria del Pd equivale a ottenere il gruppo parlamentare con più eletti. Ma come si può ottenere questo risultato? Off the record il ragionamento è questo: i dem considerano possibile un traguardo pari al 24% e un apporto di altri 4 punti percentuali dalle liste coalizzate che otterranno un risultato compreso tra l’1 e il 3%. In questo modo il Pd potrebbe ottenere il maggior numero di eletti nel proporzionale. Superando in questo modo la prova. Viceversa: mancare questo obiettivo sarebbe da interpretare come un segnale di sconfitta. A questo proposito, circola anche un numero preciso: quota 20 per cento. Sotto questa soglia il partito potrebbe non reggere all’urto e anche il suo leader sarebbe messo in discussione. Nell’analisi del voto, un termine di paragone sarà sicuramente quello del 25% preso dai Dem nel 2013 sotto la guida di Bersani. Una percentuale ottenuta tuttavia da un partito molto diverso da quello odierno, il Pd ante-scissione. In base a quel risultato, al Nazareno si ritiene che la soglia-salvezza potrebbe essere oggi quella del 23%. Sotto questo target il partito potrebbe già subire qualche smottamento. C’è poi da dire che, per ottenere il più folto numero di parlamentari eletti, il Pd scommette sul fatto che la lista di Bonino “+Europa” non superi il traguardo del 3%, nel qual caso i suoi voti andranno al Pd, unico partito della coalizione in grado di superare la soglia. Se, al contrario, Bonino superasse il 3%, l’obiettivo di primo gruppo per eletti sarebbe veramente arduo per il Pd.

M5S: prima lista per voti
Il Movimento Cinque stelle punta a classificarsi “prima lista”, cioè partito che prende la maggiore percentuale di voti. Non c’è un’asticella ufficiale ma, chiaramente, il partito di Di Maio non potrà andare sotto il 27% senza vedersi puntare il dito contro come “perdente”. Nel 2013, il partito di Di Maio prese alla Camera il 25,5% e anche questo sarà un punto di riferimento per poter “pesare” il risultato elettorale. La bandiera di primo partito, ovviamente, servirebbe a Di Maio per rivendicare un ruolo nella trattativa per la formazione del governo.

Centrodestra: gara Fi-Lega
Avere una “maggioranza autosufficiente” è la mission della coalizione di centrodestra. Un vero e proprio obiettivo di sopravvivenza, perché l’alleanza Berlusconi-Salvini-Meloni potrebbe sfaldarsi un attimo dopo il fallimento di questo target. Per avere questa maggioranza, il centrodestra deve ottenere il 40% dei voti e il 70% dei collegi uninominali. All’interno della coalizione è poi vivacissima la competizione tra i due maggiori partiti - Fi e Lega - che, alla luce del sole, hanno dichiarato di puntare a prendere un voto in più dell’altro. In gioco - se si centrasse l’obiettivo autosufficenza - ci sarebbe l’indicazione del premier: con ogni probabilità Tajani se il voto in più fosse per Fi, Salvini se fosse la Lega ad avere la meglio.

Leu: asticella 5%
Molti esponenti di Leu hanno dichiarato in pubblico di puntare a una percentuale a due cifre. In realtà il discrimine è il 5 per cento. Sotto questa soglia la scommessa di Bersani, D’Alema e Grasso apparirebbe poco riuscita. Liberi e uguali punta, in particolare, a raggiungere il 6-7% in Regioni come la Toscana e l’Emilia e a sottrarre quanti più voti al Pd ma deve fare i conti con molte liste che, alla sua sinistra, potrebbero sottrargli a loro volta voti (si va da Potere al popolo a Sinistra rivoluzionaria e al Partito comunista di Marco Rizzo).

PARTITO PER PARTITO, LE ASTICELLE FISSATE PER IL VOTO

© Riproduzione riservata