Alla fine è stato un sì. Ponderato e alquanto ragionato, probabilmente. Antonio Tajani - romano, classe 1953, sposato, due figli, un passato da giornalista - sarà il candidato premier di Forza Italia. E non deve essere stata una scelta facile, considerato che - al di là di quello che si può pensare sul ruolo di Strasburgo rispetto a quello della Commissione o del Consiglio - lo scranno di presidente del Parlamento europeo è una delle funzioni politicamente più rilevanti, soprattutto considerato quel processo di accelerazione sull’integrazione, in linea con un modello di Unione a più velocità, che le principali cancellerie della Vecchia Europa sembrano aver abbracciato. La scelta di Tajani di abbandonare quel posto, nel caso in cui le elezioni di domenica dovessero sancire la vittoria del centrodestra e riconoscere a Forza Italia una posizione di maggiore rilevanza rispetto agli alleati, nasce dal rapporto di stretta amicizia che lui ha con il Cavaliere.
Cofondatore di Forza Italia nel 1994
Un rapporto che nasce da lontano, al fianco di Berlusconi, e che lo trova nel lontano 1994 tra i fondatori di Forza Italia. È coordinatore regionale nel Lazio e portavoce del presidente del Consiglio nel governo Berlusconi I, fino al 1995. Nel 1994 è eletto per la prima volta al Parlamento europeo (sarà nuovamente rieletto nel 1999). Nel 2000, dopo il congresso di Estoril, è nominato vicepresidente del Partito Popolare Europeo.
Il ballottaggio per diventare sindaco di Roma: passa Veltroni
Un anno dopo è candidato alle amministrative per la carica di sindaco di Roma, sostenuto dalla coalizione della Casa delle Libertà. Al ballottaggio, è battuto da Walter Veltroni, rappresentante del centrosinistra. Lui non demorede e decide di puntare sull’Europa. Nominato commissario europeo ai trasporti nel 2008 (prende il posto di un altro italiano, Franco Frattini; è a favore della cordata dei “capitani coraggiosi”, come erano stati definiti gli imprenditori che, nel nome della salvaguardia dell'italianità, erano stati convinti a rilevare Alitalia per scongiurarne una fusione con Air France ). Due anni dopo è commissario all’industria e all’imprenditoria nella Commissione Baroso II. Rieletto al Parlamento europeo nel 2014, ne diventa uno dei vicepresidenti.
La presidenza del Parlamento europeo
Infine, l’ultimo gradino: nel gennaio dell’anno scorso sconfigge un altro italiano, Gianni Pittella, ed è eletto presidente del Parlamento europeo. Succede al tedesco Martin Schultz. Proprio lo stesso che a febbraio si è dimesso dalla presidenza del partito socialdemocratico tedesco (SPD), per far sì che nascesse la Grande coalizione in Germania. Come Schultz, anche Tajani potrebbe lasciare un incarico, uno di quelli che contano. Nella speranza di vincere quella che ad oggi ha i tutti contorni di una scommessa politica. Qualcuno potrebbe osservare: per un amico, e per quell’«atto di stima» che - come lo stesso Tajani ha scritto nel tweet con cui ha sciolto la riserva - quell’amico gli ha riconosciuto, si fa questo ed altro.
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