Le operazioni di spoglio delle schede inizieranno alle 23 di domenica sera, un minuto dopo la chiusura dei seggi. La fase del conteggio dei voti che terminerà con i dati ufficiali sulle percentuali ottenute da partiti e coalizioni e con il calcolo del numero dei seggi ottenuti sarà complessa e divisa - per grandi linee - in tre fasi. Difficile dire verso che ora potranno arrivare i risultati finali e ufficiali. Ma il rischio-ritardi è altissimo. E al Viminale - dove nessuno ufficialmente si sbilancia - si teme che i dati definitivi non ci saranno prima di lunedì sera.
Spoglio in tre tempi
Le operazioni di spoglio sono complicate da alcuni nuovi meccanismi introdotti dal Rosatellum. È così che, finito il primo tempo, ossia il conteggio dei voti sia dell’uninominale che del proporzionale, quando anche l’ultimo seggio avrà comunicato i propri dati, entreranno in scena le corti d’appello. Ogni collegio fa riferimento a una corte d’appello (la stessa presso la quale sono state presentate le liste), la quale dovrà procedere al riparto dei voti. E quando sarà esaurita anche questa fase, il testimone passerà all’ufficio circoscrizionale della Cassazione cui tocca stabilire in quale collegio saranno eletti i candidati piazzati in più collegi.
In base al riparto dei voti, questo ufficio dovrà comporre il complesso puzzle per cui, il pluricandidato viene eletto in un collegio e libera il posto al secondo nei collegi in cui non viene eletto. Questa complessa “catena di montaggio” porta i tecnici del Viminale a essere molto prudenti sui tempi necessari per arrivare ai risultati finali. Sembra difficile potersi aspettare dati certi prima di lunedì sera e forse anche martedì mattina.
Tutti i possibili ritardi
Il principale intoppo nello spoglio delle schede è rappresentato dalla contestazione dei voti assegnati. Un’eventualità sempre prevista alle elezioni. Questa volta, però, i casi di contestazione potrebbero aumentare per via dei vari divieti imposti dal Rosatellum: vietato il voto disgiunto e vietato anche scrivere nomi di candidati. Un altro timore è legato al fatto che, se fra i partiti o le coalizioni ci fossero dei testa a testa, le contestazioni o gli eventuali riconteggi potrebbero farsi più numerosi. Insomma, una sola cosa sembra certa: per sapere chi ha vinto e chi ha perso con esattezza bisognerà aspettare.
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