Lifestyle

Calcio, il decennio perduto della Nazionale russa

  • Abbonati
  • Accedi
verso i mondiali

Calcio, il decennio perduto della Nazionale russa

«Il destino ci sta mettendo alla prova», si dispera Stanislav Cherchesov, l’ex portiere venuto dall’Ossezia del Nord che ora guida la la nazionale russa ereditata da Leonid Slutskij e da Fabio Capello. Nel ranking della Fifa, l’ultima squadra all'appello, settantesima, tra le 32 squadre presenti ai Mondiali di Russia che iniziano giovedì al Luzhniki di Mosca. Destino avverso? Almeno il facile girone in cui sono finiti i padroni di casa permette alla di cominciare facile, affrontando l’Arabia Saudita. Penultima nel ranking Fifa, al 67° posto.

Cherchesov si riferiva alla lunga lista di infortuni che alla vigilia della Coppa del mondo hanno fatto perdere ulteriore appeal alla Nazionale, in difesa e in attacco: ma dopo l’amichevole del 30 maggio contro l’Austria, il portiere Igor Akinfeev (Cska Mosca), una delle carte migliori della squadra, dice le cose come stanno: «Quella dell’affaticamento - ha detto all'agenzia Tass - è solo una scusa».

Non per niente Vladimir Putin, che peraltro non impazzisce di entusiasmo per il calcio, dalla Nazionale si tiene a distanza: sa che non brillerà. Il responso su Russia-Arabia Saudita spetta ad Achille, uno dei gatti dell’Ermitage noto per le doti divinatorie che alla vigilia, al cospetto del mondo, deciderà da Pietroburgo se scegliere la ciotola di cibo con bandiera russa o saudita: ma chiunque in Russia è pronto a scommettere che la Nazionale non andrà oltre il girone eliminatorio, al massimo gli ottavi di finale. E il risultato migliore di tutti i tempi per il calcio di casa resterà il quarto posto raggiunto dall'Urss in Coppa del mondo (perdendo contro la Germania occidentale), nel lontano 1966. Ai Mondiali, da quando ha perduto i contributi delle altre repubbliche ex sovietiche, la Russia ha vinto soltanto due partite: contro la Tunisia e contro il Camerun.

«Perché la Nazionale è...così?», titolava nei giorni scorsi un'analisi della Novaja Gazeta. Le ragioni degli esperti fanno una lunga lista: giocatori giovani e inesperti, molto coccolati e poco abituati a confrontarsi con avversari stranieri. «Una generazione che non si avvicina minimamente al livello che la squadra aveva dieci anni fa», spiega il giornalista sportivo Igor Rabiner citato dal Moscow Times: puntando il dito sulla mancanza di libertà dei club della Premier League, a cui lo Stato impone un limite sul numero di giocatori stranieri, almeno cinque su 11 devono essere di nazionalità russa. Pagati molto bene, hanno meno incentivi a cercare esperienza all'estero, e nello stesso tempo tolgono ai più giovani la possibilità di farsi avanti. Inoltre, le entrate dei club sono garantite all’80% da sussidi dello Stato, per loro non c'è bisogno di conquistare tifosi e pubblicità per sopravvivere. Nella Premier League russa, solo cinque club sono in mano a privati.

Quanto alle complicazioni create dal clima, di sicuro i bellissimi stadi costruiti o rinnovati per questi Mondiali, avanzatissimi tecnologicamente, saranno un grande aiuto anche sul fronte delle temperature. Ma certo questo non basta a compensare la cronica mancanza di campi e campetti da gioco a disposizione dei bambini russi, in tutto il Paese.

© Riproduzione riservata