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Autostrade, nuovo Cda a breve per rispondere al ministero dei Trasporti

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Governo diviso sulla nazionalizzazione

Autostrade, nuovo Cda a breve per rispondere al ministero dei Trasporti

Il cda di Autostrade «ha preso atto della lettera di contestazioni ricevuta dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e verrà riconvocato in tempo utile per fornire e deliberare un adeguato riscontro alle stesse». Avendo 15 giorni di tempo (la lettera è data 16 agosto, è stata anticipata sabato 18 agosto e ricevuta dalla società il 20 agosto) è attesa a breve una nuova riunione. In ogni caso, il blitz legislativo per revocare la concessione non ci sarà. Era stato vagliato dai Cinque Stelle con il premier Giuseppe Conte, ma la Lega ha bloccato ogni fuga in avanti.

E il compromesso raggiunto dalle diverse anime della compagine giallo-verde passa ora dalla ricerca di soluzioni in punta di diritto, che peraltro potrebbero anche consentire di evitare una procedura d’infrazione Ue. Così l’unica legge in arrivo dopo la tragedia del Ponte Morandi sarà quella speciale per Genova, con la nomina di un commissario straordinario per la ricostruzione in deroga alla normativa. Il testo è alle ultime limature.

Ieri si sono fatte plastiche le divergenze di vedute tra pentastellati e leghisti sul destino della rete autostradale. Il M5S, con il ministro Danilo Toninelli, ha continuato a evocare la nazionalizzazione e sta già studiando tre vie per riportare in mano allo Stato i 3mila chilometri di autostrade oggi affidati alla società della famiglia Benetton: il subentro di Anas, la costituzione di una Newco o un commissario ad hoc. Ma dal Carroccio il freno è stato deciso. Non tanto dal vicepremier Matteo Salvini («Stiamo studiando») quanto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, intervenuto al meeting Cl di Rimini. Dopo aver rilanciato il tema delle riforme, auspicando l’elezione diretta del capo dello Stato e la riduzione dei parlamentari, il volto più istituzionale del Carroccio ha messo a tacere le indiscrezioni di una mossa a sorpresa dell’esecutivo per cancellare con una legge la convenzione con Atlantia e passare il timone della rete ad Anas: «Non vedo i termini». Non solo. «Prima di nazionalizzare bisogna revocare, se si arriverà alla fine della procedura», ha avvertito, facendo ammenda per il voto favorevole dei leghisti al decreto “salva-Benetton” del 2008 e aggiungendo però di non essere persuaso che «la gestione dello Stato sia di maggiore efficienza». Oltre a rallentare le perdite in Borsa di Atlantia, le parole di Giorgetti hanno avuto l’effetto di bloccare sul nascere il tentativo di fuga in avanti dei Cinque Stelle più oltranzisti.

Una legge sulla concessione «creerebbe instabilità», ha spiegato infatti il sottosegretario Stefano Buffagni, l’uomo di collegamento tra il vicepremier Luigi Di Maio, il mondo produttivo del Nord e il Carroccio. Ma il M5S ha insistito nell’attacco al Pd, da cui è arrivata la reazione ferma dell’ex ministro alle Infrastrutture Graziano Delrio: «Viviamo giorni cattivi, sono state dette bugie che disonorano i morti».

Le divergenze in seno al governo riguardano anche l’entità dell’eventuale revoca. In sintesi, i Cinque Stelle insistono perché sia totale, mentre nella Lega si propende per limitarla alla sola Genova-Savona, cosa che sgonfierebbe il caso. Ma invece c’è sintonia tra gli alleati sulla necessità di rivedere il sistema delle concessioni.

Spetta come al solito al premier Conte cercare la sintesi. Che stavolta potrebbe passare per la via di un esercizio “oculato” della decadenza della concessione per grave inadempimento del concessionario. Per come è formulata la convenzione, la decadenza comporterebbe comunque l’obbligo di versare ad Aspi un cospicuo indennizzo (si parla di circa 20 miliardi). Si tratta quindi di trovare una strada giuridica che consenta di evitare questo onere.

Il percorso più idoneo passa per un’impugnazione della clausola che prevede l’indennizzo, per impossibilità sopravvenuta della prestazione per colpa del debitore. Una soluzione commentata con favore dal giurista Guido Alpa, di cui Conte è stato allievo: «Consentirebbe tra l’altro di evitare la procedura d’infrazione Ue dovuta al fatto che l’Italia proroghi le concessioni senza fare gare, previste dalla direttiva europea 2014-24 sugli appalti pubblici».

Sarà Conte, in ogni caso, ad annunciare la legge speciale per Genova anche per restituire l’idea che il governo marci compatto: il Consiglio dei ministri potrebbe essere convocato a giorni o subito dopo le comunicazioni del governo alle Camere. Il provvedimento conterrà le attese misure per accelerare la ricostruzione (ieri sono state consegnate le prime case agli sfollati). Tra i papabili per l’incarico di commissario ci sono il governatore ligure Giovanni Toti (Fi), che è già commissario straordinario di protezione civile, il sindaco di Genova Marco Bucci e anche l’ex Dg di Atac oggi commissario Cociv (il consorzio per il Terzo Valico) Marco Rettighieri, citato dal sottosegretario leghista Edoardo Rixi. Proprio il Terzo Valico e la Tav, alle quali il M5S si è sempre detto contrario, sono state annoverate dal sindaco tra le opere ora indispensabili per Genova, insieme al nuovo ponte e alla Gronda.

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