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Zoeggeler da record in slittino: bronzo e sesta medaglia olimpica

Armin Zoeggler . (LaPresse)Armin Zoeggler . (LaPresse)

Non ha gridato come Innerhofer stamattina dopo la discesa libera: più schivo e composto, Armin Zoeggeler, per farsi travolgere completamente dagli eventi. Eppure anche il cannibale dello slittino può emozionarsi davvero: pugni chiusi, sorriso aperto, felicità dell'eterno campione.

Il bronzo di Sochi è la sesta medaglia consecutiva in sei diverse Olimpiadi, un record per il quarantenne portabandiera. Era imprendibile il tedesco Felix Loch, l'unico giovane (24 anni) in un podio combattuto da un'altra generazione di atleti, quasi sicuramente alla loro ultima partecipazione a cinque cerchi. Perché l'argento è andato al russo Albert Demchenko, il vecchietto tra questi atleti capaci di sfrecciare a 135 km orari in un budello ghiacciato.

A 42 anni era l'occasione finale per conquistare un metallo olimpico in casa. C'è riuscito bissando il risultato di Torino 2006, quando a trionfare fu Zoeggeler.
Per Loch invece è il secondo oro (dopo Vancuver 2010) nella massima rassegna degli sport invernali, ottenuto con un dominio incontrastato, che soltanto nella prima manche ha concesso un battito di ciglia (15 millesimi di secondo) a Demchenko. Poi è stata una corsa a senso unico, segnando tempi inavvicinabili.

Il russo ha capito che la gara si giocava per i due gradini più bassi del podio. Pure il cannibale ha scelto una strategia più difensiva, accusando dai due ai quattro decimi da Loch al termine di ogni discesa. Alla fine il distacco supererà di poco il secondo. Era inutile rischiare all'esagerazione inseguendo i due che stavano lì davanti. La sua corsa era per il bronzo, con l'occhio sempre attento a controllare il pericolosissimo tedesco Andi Langenhan, che grazie a un'ottima manche finale ha chiuso quarto. Zoeggeler ha posto il suo sigillo con una prestazione solida, senza la minima sbavatura, potente nella spinta della partenza e preciso nella guida.

Proprio le qualità che hanno spinto il cannibale a 103 podi in Coppa del mondo, con 57 vittorie. Alle Olimpiadi ha collezionato due ori nello slittino singolo (Salt Lake City 2002 oltre a Torino), un argento a Nagano nel 1998 e poi tre bronzi, Lillehammer 1994 e Vancouver quattro anni fa, chiudendo un fantastico cerchio a Sochi. Se aggiungiamo le 16 medaglie mondiali e le 18 europee, comprese le gare a squadre, più dieci Coppe del mondo, otteniamo un bottino da leggenda.

Ora la domanda più difficile: che cosa succederà dopo? Zoeggeler potrebbe seriamente pensare di ritirarsi all'apice dei suoi traguardi sportivi. Magari diventare allenatore. Il bello è che un erede è già pronto: si chiama Dominik Fischnaller, ha vent'anni e ha chiuso la gara olimpica al sesto posto. Qui ha seminato, puntando ai frutti più maturi al prossimo giro olimpico. Allora lo slittino azzurro può continuare a pensare in grande.

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