Notizie SportIl ghiaccio di Sochi è azzurro: Arianna Fontana argento nello short track
Il ghiaccio di Sochi è azzurro: Arianna Fontana argento nello short track
di Luca Re | 13 febbraio 2014
Cadere, rialzarsi, inseguire. Così è lo short track, il pattinaggio veloce in pista corta. C'è la purezza aerodinamica della velocità e ci sono le sportellate da luna park. Imprevedibile fino all'ultima curva. Arianna Fontana s'è tuffata nella giostra uscendo con una medaglia d'argento. Cinquecento metri di una gara impazzita, 51 secondi cominciati con uno scontro multiplo, tutte giù per terra, mentre la cinese Li Jianrou scappava da sola sul ghiaccio più morbido e perciò più infido del normale. Arianna però è di nuovo sui pattini, riparte, imprime potenza, vietato arrendersi, c'è un podio sempre nel mirino. Al traguardo è terza, ma il bronzo dura pochi secondi, il tempo che i giudici impiegano a squalificare Elise Christie, l'inglese che ha sbattuto fuori strada l'italiana alla fine del primo giro.
Così per la velocista valtellinese è il terzo metallo in tre Olimpiadi consecutive. A Torino 2006 conquistò il bronzo nella staffetta, quando doveva ancora compiere 16 anni. Fu il podio più giovane della storia invernale azzurra a cinque cerchi. A Vancouver quattro anni dopo arrivò il secondo bronzo, stavolta sui 500 metri, la sua specialità preferita. Segnò un altro record: prima medaglia individuale italiana nello short track. A Sochi voleva assolutamente cambiare colore. «Altrimenti non sarei contenta», aveva detto alla vigilia. Schietta, determinata e sempre sorridente, ecco la nostra fiamma del ghiaccio che si concentra in una manciata di giri da batticuore. Passate con scioltezza le batterie dei quarti e delle semifinali, era solo questione di coraggio, forza e adrenalina.
Che finale anomala però. L'oro va alla cinese più inaspettata, giunta all'ultimo atto grazie all'eliminazione rocambolesca delle sue più forti connazionali, soprattutto la super favorita Fan Kexin. A combinare la frittata è la britannica Christie. Alla seconda curva impatta su Arianna, tagliando la sua traiettoria e coinvolgendo nel patatrac pure la coreana Park Seung-Hi. Un'infrazione pesante che condizionerà tutta la prova. Il terzetto si sdraia, la cinese allunga non credendo ai suoi occhi. Un oro facile facile per lei. Dietro c'è il vuoto, quattro giri per acciuffare gli altri gradini del podio. L'azzurra ci crede, tenta il sorpasso, l'inglese resiste, alla fine c'è la penalità che la retrocede subito al quarto posto.
Allora c'è il caschetto biondo di Arianna Fontana sul piedistallo d'argento. Poteva essere un oro, di sicuro il colpo era in canna. Peccato quel ruzzolone. Inutile però recriminare più di tanto, in questo sport basta un attimo per passare dalla gloria alla massima delusione. C'è già da pensare alle prossime distanze, 1000 e 1500 metri più la staffetta. Arianna non è volata a Sochi solo per battagliare nella prova più breve. Ha le gambe, l'allenamento e la tecnica per giocarsi altre finali. Intanto è grazie al ghiaccio che avanza il medagliere italiano, che finora era bloccato alle imprese domenicali di Christof Innerhofer e Armin Zoeggeler. Magari sarà proprio lo short track, il forziere azzurro di queste Olimpiadi. Arianna Fontana ha tutte le carte per concedere almeno un bis.