Notizie SportIl gigante di Sochi è tutto di Ligety. L'Italia si spegne nella seconda manche
Il gigante di Sochi è tutto di Ligety. L'Italia si spegne nella seconda manche
di Luca Re | 19 febbraio 2014
È stato davvero come spegnere un interruttore. Clic, e lo sci azzurro è rimasto al buio più completo. Nella seconda manche del gigante olimpico è sparito tutto. Cattiveria, leggerezza, concentrazione, le qualità che avevano permesso a Davide Simoncelli di chiudere al terzo posto la prova iniziale. Poi l'incantesimo s'è spezzato all'improvviso. Non è la prima volta che succede. Mezza gara da fenomeni e l'altra mezza da brocchi. Anche quando sai per certo di essere alla tua ultima Olimpiade. «Sono partito molto tranquillo. Lo stesso farò nella seconda, senza troppi pensieri», aveva detto Simoncelli all'arrivo.
Invece il sipario era già calato. Paura, stanchezza, pressione del grande evento, consapevolezza di avere a disposizione il treno finale per quella medaglia sempre sognata. Qual è la causa del fallimento? L'unica certezza è che la squadra italiana è andata letteralmente nel pallone.
Simoncelli finisce al diciassettesimo posto con uno dei peggiori tempi della seconda manche, con un ritardo complessivo di due secondi da Ted Ligety, il vincitore annunciato e confermato dopo una prestazione inavvicinabile. La prima manche era andata così: Ligety sul suo pianeta, poi il ceco Ondrej Bank staccato di quasi un secondo, autore di una prova impensabile alla vigilia. Terzo appunto Simoncelli, poi tutti gli altri con distacchi minimi. Pure Roberto Nani (dodicesimo) e Manfred Moelgg (diciassettesimo) avrebbero avuto qualche possibilità di salire sul podio. Proprio come ha fatto Steve Missillier: una seconda discesa perfetta, in rimonta dalla decima posizione, fermando il cronometro prima di tutti, Ligety compreso. Così è un podio che dopo il campione americano parla solo francese, Missillier argento e Alexis Pinturault bronzo.
Moelgg ha preferito saltare una porta, sbagliando completamente la linea uscendo dal dosso nella parte alta del tracciato. Lo stesso punto in cui è caduto Nani. Insomma c'è poco da recriminare: la testa era collegata da un'altra parte. L'unico a salvarsi dal tracollo azzurro è stato il giovanissimo Luca De Aliprandini, capace di scalare otto caselle del tabellone chiudendo undicesimo. Ma è troppo poco per una squadra letteralmente sopraffatta dall'aggressività e dalla voglia di rivalsa dei francesi, rimasti fino a quel momento a mani vuote a Sochi.
Sono le prime medaglie olimpiche per Missillier e Pinturault. Perfino Marcel Hirscher s'è arreso, incredulo del suo quarto posto, dopo aver dominato le gare tecniche in Coppa del mondo. Ligety colleziona invece un altro oro, dopo quello ottenuto a Torino 2006 in combinata. Sommando cinque metalli iridati, quattro coppe del gigante, 43 podi nel circo bianco con 21 vittorie, il suo straordinario bottino finora è completo. Siamo realmente su altri livelli rispetto agli avversari di oggi, ma gli azzurri avevano tutto lo spazio per stare col fiato sul collo al fuoriclasse a stelle e strisce. Resta lo slalom, ultimo appello per svegliare una formazione che senza Innerhofer non riesce a farsi notare.