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Tecnologie Cellulari

Nel 2015 uno smartphone su tre sarà «open»

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Questo articolo è stato pubblicato il 07 giugno 2010 alle ore 15:04.

Android, ma anche Bada (Samsung) e MeeGo (Intel e Nokia). Tutti sistemi operativi mobili derivati da Linux. Lo scenario prossimo venturo dei telefonini intelligenti avrà una faccia assai diversa da quella attuale grazie alla crescita sostanziale delle vendite di apparecchi basati su alcune piattaforme operative aperte. La previsione è a firma di Abi Research, secondo cui entro il 2015 gli smartphone basati su software open source conquisteranno il 33% del mercato mondiale. Grazie allo "scontato" successo del sistema di Google ma non solo. Gli analisti sono in tal senso molto espliciti: "Linux è oggi rivoluzionario sul mercato mobile quasi quanto lo fu sul mercato dei server dieci anni fa". I pregi? Quelli noti: costo contenuto e possibilità di modificarlo facilmente.

Che Android potesse recitare un ruolo importante nell'economia dell'industria dei cellulari e dei dispostivi mobili in genere è noto da tempo: oggi il software "made in Mountain View" è accreditato di oltre 60mila telefonini consegnati ogni giorno e a produttori di cellulari ed operatori mobili piace, a detta di Abi Research, perché è così flessibile da poter permettere di creare terminali diversi e perché viene proposto con una licenza d'uso che permette di innovare e proteggere al tempo stesso il lavoro proprietario. Android, inoltre, può mettere in campo un plus che altri software, al momento, non hanno: e cioè quello di poter essere adattato a lavorare non solo a bordo degli smartphone ma anche su netbook, smartbook e tablet.

La market share dell'iPhone è tripla (negli Usa) rispetto ad Android
La diffusione della piattaforma di Google è come più volte evidenziato dagli analisti un segno inequivocabile della volontà della società californiana di dare battaglia ad Apple per conquistare lo scettro di outsider di lusso negli smartphone. Se il futuro pare essere dalla parte di Android, il presente è indubbiamente a favore della casa della Mela. Stando ai dati resi noti da Nielsen, infatti, alla fine del primo trimestre 2010 la quota di mercato di iPhone Os X negli Stati Uniti è tre volte tanto quella del software di Google: 28% contro 9%. Solo Research In Motion riesce a far meglio di Apple, conquistando grazie ai suoi BlackBerry il 35% della domanda, mentre davanti al sistema open source di Google si piazza ancora Windows Mobile, con una fetta del 19%. Per Palm WebOs (4%), Linux (3%) e Symbian (25) restano praticamente le briciole sebbene quello degli smartphone sia un segmento che non conosce rallentamenti: nel primo trimestre del 2009 copriva il 16% dell'intero mercato mobile, a fine marzo 2010 è salito al 23%.

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Tags Correlati: Google | Linux | Palm Computing | Rim | Samsung Informatica | Software | Stati Uniti d'America | Symbian | Windows Mobile

 

E che la sfida più calda in questo comparto si stia giocando fra l'iPhone e i terminali androidi lo dicono inoltre due dati: sono i sistemi operativi che vantano una crescita costante trimestre dopo trimestre e quelli con un'utenza molto fidelizzata. Secondo Nielsen infatti l'80% di chi possiede un melafonino conferma di non voler cambiare sistema operativo per il suo prossimo dispositivo e lo stesso si può praticamente affermare, anche se la percentuale scende al 70%, per coloro che hanno acquistato un terminale androide. Rim e Windows, invece, hanno tassi di fedeltà del 47% e del 34% rispettivamente.

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