Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 07 giugno 2010 alle ore 16:22.
La tablet mania è una cosa, il mercato dei computer nel suo complesso un'altra. Perché i dispositivi a tavoletta, arena in cui l'iPad di Apple la fa oggi da padrona, sono sì la faccia più rappresentativa del computing che verrà, di un'industria che sta cambiando pelle. Ma non sono, e forse mai saranno, macchine capaci di gestire tutte le applicazioni che siamo abituati ad attivare seduti davanti a un desktop o con in mano un netbook. Steve Jobs giorni fa aveva ipotizzato, intervenendo al D: All Things Digital, la "fine" dell'era dei pc, vittime designate dell'avanzata inarrestabile di smartphone e tablet, e cioè di terminali i cui punti di forza sono la capacità di elevare l'esperienza dell'utente e la semplicità di utilizzo. Grazie alle tecnologie multitouch e molto altro ancora. Il suo grande rivale, e cioè Steve Ballmer, non ha aspettato molto per farsi sentire.
Il Ceo di Microsoft ha infatti approfittato dello stesso evento per lanciare un monito forte, rispondendo così alla previsione espressa dal capo di Apple: "il mondo dei computer sta cambiando rapidamente ma non morira e non morirà nemmeno Windows perché sarà integrato nei computer touchscreen di nuova generazione in arrivo, alcuni dei quali avranno la tastiera e altri no". Una difesa decisa, che non è mancata di sfociare, come spesso è capitato a Ballmer, in una frecciata polemica nei confronti della società della Mela e della sua ultima creatura (in questo caso l'Pad), battezzata dal numero uno di Redmond alla stregua di un prodotto che può essere ridondante e non necessariamente economico.
Per Ballmer, in buona sostanza, la tavoletta magica di Jobs è un dispositivo specializzato, per quanto denunci qualche carenza funzionale (vedi il mancato supporto di Adobe Flash o l'assenza di applicazioni di produttività), e non per tutti. Nel senso che difficilmente tutti gli utenti su scala globale sono e saranno mai nella condizione di permettersi personalmente cinque diversi oggetti tecnologici. Il punto della questione, invece, è come si usa un pc oggi e come lo si userà domani: esisterà sempre una categoria di dispositivi elettronici "general purpose" con i quali poter fare praticamente tutto ciò che si desidera. Che poi questi computer saranno sempre più orientati alle funzionalità di intrattenimento e sempre più tablet sotto il profilo estetico Ballmer certo non lo nega. Anzi. Il Ceo di Redmond è assolutamente consapevole del fatto che occorre trovare mercati alternativi a quello dei tradizionali pc per continuare a crescere. Quello dei tablet multimediali è uno di questi, ed Apple lo sta dominando. Microsoft e non solo Microsoft stanno però affilando le armi per contrastare la popolarità dell'iPad e il "potere" mediatico di Apple e Steve Jobs. Ballmer ha infatti parlato di computer che cambieranno aspetto, anno dopo anno. E cambieranno sostanzialmente le architetture al silicio alla base dei pc del futuro, quelli che sin da quest'anno o al più tardi il prossimo adotteranno processori multicore (gli Intel Atom "Moorestown") e system on a chip.