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Questo articolo è stato pubblicato il 13 luglio 2010 alle ore 19:58.
La rivoluzione cloud di Microsoft inizia alle 8 di mattina sulle note di I Gotta Feeling dei Black Eyed Peas. Musica dal vivo per convincere i 12000 partner accorsi alla World Partner Conference – piccole e medie imprese da tutto il mondo – che il futuro per un ecosistema di 640000 aziende e 537 miliardi di dollari di fatturato ha un nome: la nuvola.
"Le grandi rivoluzioni sono sempre precedute da fasi di incertezza e timore" - spiega dal palco del Verizon Center l'amministratore delegato Steve Ballmer - "Eppure l'immenso valore che le tecnologie cloud portano ai clienti e le opportunità per Microsoft e per i partner sono semplicemente enormi".
Raccontare le nuvole ad una comunità che vive da trent'anni di business tradizionali e servizi IT come la system integration, l'assistenza e la customizzazione: la missione è ardua.
"Se vi hanno raccontato che la cloud vuol dire infrastrutture server potenti e client poveri che si connettono, vi hanno raccontato male" - continua Ballmer - "Nella nostra visione ci saranno PC molto performanti che si collegato ad una cloud altrettanto potente". E a tirare un sospiro di sollievo sono i partner che, occupandosi di manufacturing e di rivendita di hardware, temono la pervasività di netbook e dispositivi low cost dalle limitate prestazioni e che si affidano alla Rete.
Le strategie per migrare a quello che il responsabile dei Cloud Business di Microsoft Bob Muglia definisce "un modo completamente nuovo per elargire servizi" sono molteplici: dai tentativi di cori da stadio al Verizon Center (migliaia di persone che urlano "Oh, Cloud! Oh, Cloud! Alè!") fino a investimenti strutturali di grande rilevanza come i nuovi datacenter di Chicago, Dublino e Singapore, costati al gigante di Redmond quasi 2 miliardi di dollari.
Ad usufruire di queste infrastrutture sono al momento un miliardo di utenti: nella stragrande maggioranza dei casi, però, si tratta di Windows Live e dello storico servizio di chat Messenger. I clienti paganti che utilizzano Azure - la piattaforma di cloud computing lanciata un anno fa per competere con Amazon Web Services – sono, parola di Ballmer, soltanto 10000. BPOS, la suite di produttività online per il mondo business che i partner rivendono in tutto il mondo, è invece utilizzata da 4 milioni di utenti.