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Tecnologie Computing

Ecco come cambierà il cervello dei pc

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Questo articolo è stato pubblicato il 30 agosto 2010 alle ore 16:00.

La sfida fra le due grandi rivali del silicio riprende a farsi di nuovo incandescente. Perché essere produttori di chip esige, a prescindere dalle variabili del mercato, innovazione continua e perché i pc di nuova generazione non devono e non possono essere solo più veloci (in fatto di capacità di elaborazione) ma anche più versatili. E questa esigenza va a inficiare naturalmente anche sull'architettura hardware e sui componenti che sono il cuore e il cervello di computer. Per questo motivo tanto Intel che Amd sono entrambe proiettate, sebbene in modo diverso, a quella da tempo annunciata come la vera rivoluzione delle schede madri, e cioè Cpu e Gpu riunite in un solo processore.

La corsa ai nuovi "single chip" con grafica integrata
I processori "eterogenei" di domani, quelli che equipaggeranno i computer in commercio nel 2011, dovranno saper fare tante cose nuove rispetto agli attuali. Un esempio? Cercare foto e video in una particolare libreria multimediale del pc o riconoscere il viso dell'utente quando questi effettua il "log in" per accedere alle funzioni operative del proprio computer. Un cervello più intelligente, in poche parole, che troverà come detto posto su un unico pezzettino di silicio. Chi e come, fra le due compagnie californiane saprà portare sul mercato con successo, nell'arco dei prossimi 6/12 mesi, le tecnologie per computer portatili migliori? Se guardiamo al fattore High K metal, e cioè al fatto di integrare nel processore la tecnologia a transistor che garantisce maggiori prestazioni con minori consumi Intel è indubbiamente avvantaggiata perché l'ha adottata sin dal 2007 mentre Amd ne sposerà i benefici solo a partire dal 2011. Quanto ai chip prodotti con tecnologia di processo a 32 nanometri, la società di Santa Clara ha iniziato a commercializzarli con l'inizio del 2010 mentre per la rivale la grande novità in cantiere per il primo semestre dell'anno prossimo si chiama "Bulldozer", architettura multi-threat e multi core per computer a elevate prestazioni, server e workstation che sfrutterà core x86 di nuova generazione. Mettere più istruzioni (anche di tipo grafico) su un singolo pezzo di silicio è la strada obbligata e Intel vuole ovviamente approfittare del vantaggio a oggi guadagnato in tal senso. L'annuncio dei nuovi processori Atom dual core con Gpu integrata per netbook ne è l'esemplificativa dimostrazione, in attesa di calare (nel quarto trimestre) l'asso di "Sandy Bridge", l'architettura a 32 nanometri High K a più cervelli che combinerà Cpu e Gpu in un unico chip e si doterà di avanzate istruzioni multimediali (Intel Advanced Vector Extension) e di uno speciale circuito per la conversione dei file audio e video in diversi formati).

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Cambio di strategia sul marchio Ati. Largo alle Apu
In casa Amd non sembrano, almeno in apparenza, soffrire troppo della situazione che vede Intel fare la voce grossa e ribattono con argomenti molto concreti. "Abbiamo 109 notebook basati su tecnologia Vision in rampa di lancio sul mercato – ha confermato al Sole24ore.com John Volkmann, Corporate Marketing Fellow della società californiana – ed è un numero tre volte superiore a quello del 2009, cui si aggiungono inoltre ben 26 nuovi modelli di portatili ultrasottili. È la più grande disponibilità d'offerta di prodotti per il segmento portatile della nostra storia". Il vero punto di forza della società è comunque di fatto un altro e si chiama Ati. Una risorsa, quella per cui investì nel 2006 5,4 miliardi di dollari, sui cui Amd ripone giustamente molte speranze – Ati è market leader consolidato nei chipset grafici "discreti" e i suoi prodotti si sposano ottimamente con le tecnologie multimediali di Microsoft (DirectX) e Apple (open) – e che non a caso è oggetto delle strategie di crescita della rivale di Intel. Il nuovo design dei processori Amd nasce infatti dall'integrazione dell'unità grafica all'interno del chip tradizionale, si pone come obiettivo quello di assicurare agli utenti il massimo sotto il profilo delle capacità grafiche (effetti 3D ovviamente compresi) e sfocerà nel lancio di due nuove famiglie di prodotti Fusion con tecnologia di processo a 40 e 32 nanometri, rispettivamente "Ontario" e "Llano". Entrambe votate al concetto di Apu, Accelerated Processing Unit, e cioè di unità di calcolo e unità grafica che operano insieme sulla stessa fettina di silicio per una nuova frontiera del computing che promette prestazioni (multimediali in primis) sempre più avanzate e ulteriori risparmi di energia. La prima, destinata a notebook ultraleggeri, netbook e pc all in one in commercio dal primo , trimestre del 2011, si caratterizzerà per la presenza sullo stesso chip di uno o due cervelli, della Gpu Ati 5000 DirectX 11 e di un nuovo decoder video. La seconda, indirizzata da metà 2011 in avanti ai notebook di fascia alta e alcuni segmenti desktop, sarà invece capace di ospitare fino a quattro core su un singolo pezzo di silicio con l'identico corredo grafico della precedente. Nei prossimi mesi troverà quindi spazio anche "Bobcat", nuova architettura in grado di operare con meno di un watt di potenza e, secondo Amd, capace di raggiungere il 90% delle prestazioni dei notebook di classe consumer occupando la metà dello spazio.

Dal punto di vista commerciale, l'altra grande novità di fine agosto targata Amd sarà, a partire dal 2011, la concentrazione sotto il marchio corporate di tutti i prodotti grafici (schede video e chipset, che sono stati scelti fra l'altro da Apple per i nuovi iMac e Mac Pro) ad oggi venduti con il brand Ati. Una scelta di marketing, dicono i vertici della società, dettata dalla nuova mission aziendale - sempre più stretta integrazione tra Cpu e unità di elaborazione grafica – e che sfocerà nell'utilizzo del solo nome del prodotto (Radeon o FirePro) per le forniture Oem, lasciando ai produttori anche la possibilità di produrre schede video personalizzate.

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