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Tecnologie Computing

Il memoriale di addio di Ray Ozzie, fra nuvole e pc che andranno presto in pensione

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Questo articolo è stato pubblicato il 26 ottobre 2010 alle ore 14:05.

L'e-mail, datata 28 ottobre e con un suggestivo oggetto "Dawn of a New Day", è stata indirizzata all'executive staff e ai "direct reports", al gotha del management di Microsoft insomma. Il mittente è Ray Ozzie, ormai illustre ex titolare della poltrona di Chief Software Architect in quel di Redmond. Con un'altra e-mail il Ceo Steve Ballmer aveva annunciato la scorsa settimana – lasciando non pochi dubbi sulle ragioni di tale improvvisa decisione - la prossima dipartita di colui che prese il posto di Bill Gates e che, finalmente, torna a parlare pubblicamente dopo qualche giorno di comprensibile silenzio.

Il "memoriale" di Ozzie tocca diversi aspetti della sua visione del computing, non entra (ovviamente) nei particolari della sua prematura ritirata e attacca ricordando un documento chiave per la storia recente (e prossima ventura) di Microsoft. E cioè il memo "The Internet Services Disruption", in cui il padrino di Lotus Notes andava a puntualizzare come sarebbero cambiate le cose nella compagnia, in relazione ai periodici momenti di grande trasformazione dell'industria tecnologica. Volendo sintetizzare in un concetto l'Ozzie pensiero per descrivere gli ultimi cinque anni di Microsoft, nel corso dei quali la società ha effettivamente cambiato pelle, ci si può attaccare a una sua espressione: «Service transformation». Una trasformazione che abbraccia tutto (device, siti Web, applicazioni, dati) e che secondo Ozzie porterà la società nell'era dei "continuous services" basati su cloud, e cioè servizi che ci collegheranno con qualsiasi sistema ed eseguiranno i nostri comandi", e dei dispositivi sempre connessi che ci permetteranno di interagire ovunque e in qualsiasi momento con i servizi residenti nella nuvola.

Il Web è centrico, da Office alla Xbox
Il paradigma dell'informatica come servizio, del software come servizio ha trovato nell'ex architetto di Microsoft uno dei suoi più convincenti sostenitori. Windows Live, il recentissimo Office 365 sono gli esempi più eloquenti di come la visione della produttività personale "pc centrica" debba inevitabilmente fare spazio a quella basata sui dettami del Web e dei device mobili. Lo stesso dicasi per il mondo dell'entertainment: Xbox Live ha trasformato la console Xbox in un'esperienza di gioco davanti al televisore di tipo sociale, real-time e rich media. Con questo Ozzie non intendeva, e nella mail lo si legge chiaramente, buttare in soffitta Windows e Office in versione classico pacchetto: il suo credo nei servizi si deve leggere come un naturale complemento alle tradizionali modalità di utilizzo del software. E l'aver dato vita alla piattaforma cloud Windows Azure e a soluzioni come Sql Azure (la versione nella nuvola del database made in Redmond) vanno interpretate come la volontà concreta di innovare i processi di erogazione della tecnologia dentro le aziende. Ozzie è quindi convinto di una cosa, che non può passare inosservata: «I nostri prodotti – scrive infatti nella sua lettera aperta – sono oggi rilevanti come non mai». E citando Bing, il motore di ricerca di Microsoft che ha assorbito alcune tecnologie di Yahoo! per sfidare quello di Google, l'ex Chief Software Architect ha messo in evidenza come in questi anni siano cresciuti in termini di rilevanza tanto Windows (anche grazie ai netbook) quanto Office (in chiave Web) e i prodotti server (a cavallo di virtualizzazione e cloud computing).

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L'uomo del cloud computing di Microsoft, Ray Ozzie, lascia l'azienda

Ray Ozzie, l'architetto del software (via internet) di Microsoft, lascia l'azienda

«This past March marked a significant milestone for the company….». Inizia così la lettera inviata

Tags Correlati: Bill Gates | Google | Lotus Notes | Microsoft | Ora Ozzie | Ray Ozzie | Redmond | Software | Steve Ballmer | Windows & Co. | Yahoo!

 

Microsoft al passo con l'innovazione
Ammesso che alcune delle opportunità descritte nel memo scritto cinque anni fa rimangono ancora elusive e ancora da realizzare, Ozzie ha riconosciuto come alcuni prodotti della concorrenza (e la relativa capacità di ridefinire modi d'uso della tecnologia) sono stati degni di nota ma sottolineato come anche la visione di Microsoft sia stata in questi anni al passo con l'evoluzione dell'hi-tech, pronta a recepire la fusione virtuale fra hardware, software e servizi e la crescita di una miriade di nuove forme di interazioni sociali Internet centriche. Windows & Co., questo pare essere il messaggio, sono cioè in linea con un processo di innovazione che ci ha portato agli accessi ubiqui alla Rete tramite reti fisse, mobili e wireless, alla disponibilità di dispostivi che hanno finalmente abbracciato le tecnologie "systems on a chip", alla diffusione di massa di display touch e ultrasottili. Le barriere fra produttori e consumatori, ha proseguito il discorso Ozzie, stanno cadendo del tutto, i vecchi ecosistemi di business sono collassati e i tradizionali meccanismi di aggregazione e distribuzione non avranno presto più senso. E tale ribaltone toccherà, anzi sta già toccando, da vicino le infrastrutture e le applicazioni informatiche di qualsiasi organizzazione.

Un mondo senza pc?
Fra i passaggi più significativi del lungo intervento c'è sicuramente quello dedicato all'universo del pc, anche perché il prossimo 20 novembre cade il 25esimo anniversario del lancio di Windows 1.0. La visione del computer su ogni desktop in ogni casa con a bordo software Microsoft (uno degli slogan più famosi di Gates) - scrive Ozzie - è diventata reale, anche se Windows può non vantarsi della prima "user interface" grafica integrata in un pesonal computer. Ma è innegabile che il sistema operativo a finestre di Microsoft abbia contribuito enormemente a definire il concetto di pc e di computing, di macchina che elabora dati e fa girare programmi. Cosa potrà cambiare in futuro? È immaginabile un mondo senza computer? La ricetta di Ozzie è sempre stata sostanzialmente quella di eliminare le complessità, o per lo meno di ridurle ai minimi termini. Attraverso il software. Windows ha contribuito a creare un ecosistema in cui produttori e utenti hanno potuto crescere, l'approccio che ha generato valore a tutta l'industria non può venire meno in futuro. Cinque anni fa Ozzie invitava nel suo memo a riflettere sul come, per un'azienda come Microsoft, fosse necessario rispondere ai cambiamenti in veste di una responsabilità insita nel suo ruolo di leadership dell'industria hi-tech. Non centrare tale obiettivo, scriveva il Chief Software Architect, equivaleva mettere a repentaglio il business della compagnia. Ora Ozzie lascia il campo e invita a pensare, perché no, a un mondo senza pc: realizzabile, se sono gli utenti a chiederlo e se è l'industria a volerlo. Ogni sfida può essere tradotta in una grande opportunità: questo il credo di Ray Ozzie, il visionario architetto di Microsoft.

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