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Questo articolo è stato pubblicato il 29 ottobre 2010 alle ore 19:22.
"Via Lattea" è il nome scelto per il più potente supercomputer del mondo: la Cina arriva in vetta con il Tianhe-1A. Supera il precedente primato del 40%: può eseguire 2507 teraflop di operazioni in virgola mobile. E porta alla ribalta una generazione ibrida di megacervelloni che unisce la potenza di calcolo di circa 21mila microprocessori progettati negli Stati Uniti: 14mila sono fabbricati da Intel e 7mila sono chip grafici di Nvdia.
Le applicazioni per la ricerca farmaceutica, meteorologica e militare richiedono capacità avanzate di elaborazione visuale. A costruirlo è stata un ateneo di eccellenza cinese, la National university of defense technology (Nudt). Ma Tianhe-1A può contare su tecnologie sviluppate in proprio per le connessioni: secondo l'università del Tennessee è in grado di raddoppiare la banda dei tradizionali collegamenti Infiniband per il calcolo ad alte prestazioni. "Via Lattea" contribuirà anche alla ricerca scientifica: offrirà parte della sua potenza a progetti internazionali. Finora il primato era di "Jaguar" (Cray XT5) nei laboratori Oak Ridge, utilizzato anche per studi sull'ambiente e sull'energia. Al momento la terza posizione è occupata da un altro big cinese, Nebula. Ma il primo supercomputer non costruito negli Stati Uniti a raggiungere la vetta è stato il giapponese Earth simulator nel 2002.
Nella lista dei 500 megacervelloni più potenti del mondo sono sette gli italiani, guidati dal centro di calcolo Cineca di Bologna. Altri due sono utilizzati per la ricerca (Cilea e Sardegna Ricerche) e quattro sono impiegati da privati nelle telecomunicazioni e nell'energia. Le esigenze delle comunità scientifiche hanno alimentato anche la costruzione di reti internazionali per il calcolo: sono laboratori globali dove i centri nazionali offrono le loro risorse per iniziative comuni. Ad esempio, i dati rilevati dopo gli esperimenti nel Large Hadron Collider al Cern vengono analizzati attraverso la "Lhc computing grid" che connette 140 siti. Anche gli utenti possono contribuire da casa prestando la potenza di calcolo dei loro computer, quando sono inutilizzati: il progetto Boinc dell'università di Berkeley consente di scaricare un software e partecipare alle ricerche sulle proteine, sull'identificazione di altre forme di intelligenza nella galassia (iniziativa seti@home) e sul cambiamento climatico.