Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 03 novembre 2010 alle ore 16:54.
Accade spesso nella Silicon Valley: i manager che hanno portato al successo una start-up, incassano e se ne vanno via per fondarne un'altra. Il fenomeno ora tocca anche Facebook, anche se non ha fretta di fare l'Ipo: un certo numero di appassionati della prima ora rinunciano a quello che è diventato un lavoro stabile e partono all'avventura per costruire il proprio business.
In un ampio reportage da San Francisco, il New York Times elenca i nomi più noti. Dustin Moskovitz, 26 anni, co-fondatore di Facebook insieme al suo compagno di stanza di Harvard Mark Zuckerberg, ha lasciato il suo lavoro allo staff tecnico di Facebook per creare Asana, che fa software per aiutare i lavoratori a collaborare. Un altro co-fondatore di Facebook, Chris Hughes, 26 anni anche lui, ha avviato Jumo, un social network per "gente che vuole cambiare il mondo". Dave Morin, ex senior platform manager, sta costruendo Path, mentre Adam D'Angelo, che era il chief technology officer, e Charlie Cheever, un altro senior manager, se ne sono andati rispettivamente nel 2008 e 2009 per avviare Quora, un sito di domande e risposte. Netanel Jacobsson, che era direttore per lo sviluppo del business internazionale, ha creato una società di social gaming, Playhopper. Più di mezza dozzina di start-up, sottolinea il Nyt, traggono origine da ex allievi di Facebook.
Accumulare ricchezze e partire è abbastanza usuale nel mondo della Silicon Valley. È capitato a Yahoo, eBay e Google. Ma a differenza di altre start-up, nota il New York Times, gli ex Facebookers lasciano prima che venga lanciata un'Ipo sulle azioni della società. Il social network, fondato sei anni fa, non è quotato e il suo debutto in Borsa potrebbe arrivare solo nel 2012. Quelli che se vanno, però, riescono lo stesso a incassare.
"Possono farlo perché le azioni di Facebook sono sorprendentemente liquide", spiega sul Nyt Verne Kopytoff. "L'ascesa di borse come Second Market e SharesPost negli ultimi due anni – continua - ha permesso agli azionisti di società private di vendere le loro azioni più facilmente di prima. Questi mercati funzionano un po' come gli stock exchange per le società quotate, anche se il pool di acquirenti e venditori è molto più ristretto. Il valore complessivo di Facebook su questi exchange è di 30 miliardi di dollari".