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Questo articolo è stato pubblicato il 20 novembre 2010 alle ore 13:59.
Preparare l'informativa a cui l'utente deve aderire, decidere il tipo di consenso da chiedere, condurre una due diligence sui possibili elementi di criticità prima del lancio di una campagna pubblicitaria online e identificare i limiti operativi da rispettare, contribuendo allo stesso tempo all'evoluzione normativa nel trattamento dei dati personali.
Gli avvocati d'affari sono sempre più coinvolti nell'assistenza alle aziende che offrono prodotti e servizi online e, a differenza di quello spesso si immagina, «circa il 65% dell'attività di consulenza che offriamo precede il verificarsi di una patologia», come spiega Carlo Grignani, dello studio legale Nctm.
Da 5 anni a oggi, per gli studi legali l'aumento del lavoro in ambito di protezione dei dati personali (settore su cui gli Stati Uniti e l'Unione europea si preparano a innovare con norme aggiornate e potenzialmente più restrittive) è stato costante, ma l'ultima frontiera legata al trasferimento della pubblicità online sta emergendo solo ora.
Come nel caso dell'hotel virtuale Habbo, una realtà virtuale creata dalla multinazionale finlandese Sulake che NCTM sta assistendo per gli aspetti legali collegati alla gestione delle inserzioni pubblicitarie e alla registrazione dei dati degli utenti. In Italia circa 6 milioni di visitatori si sono iscritti al sito, a cui si può accedere solo attraverso un avatar e dopo avere acconsentito al trattamento dei dati personali.
«Il potenziale di Internet come canale pubblicitario è incredibile. I social network sono luoghi virtuali in cui lo scambio è rapido e spesso monetario. Basta ricordare che i fan della Nutella su Facebook sono oltre 6 milioni, utenti che offrono al prodotto una pubblicità gratuita e costante», continua Grignani, che fa parte del team di 6 persone che in Nctm si occupa di Internet e diritto.
La normativa sulla Privacy adottata in Italia nel 1996 e raccolta nel 2003 con alcune modifiche nel Codice sulla Privacy impone adempimenti formali e rigorosi alle aziende che raccolgono dati personali sia di profilo demografico che commerciale. «Ma questo obbligo può diventare un'opportunità di business», osserva l'avvocato. «Spieghiamo alle società con cui lavoriamo che una profilazione completa dei loro utenti è fondamentale e utile per proporre nuove offerte adatte al singolo consumatore», spiega Grignani.