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Questo articolo è stato pubblicato il 11 gennaio 2011 alle ore 16:01.
Wikipedia taglia il traguardo dei dieci anni. Lo scorso novembre ha richiamato su internet 411 milioni di visitatori che hanno visto 14 miliardi di pagine. Ma la partecipazione attiva degli utenti che scrivono i suoi articoli è in declino: a settembre, mese degli ultimi dati disponibili, il gruppo di persone che contribuiscono alle voci enciclopediche è diminuito del 5,6% rispetto al 2009.
E per Wikipedia è un rischio: gli utenti, infatti, scrivono, modificano o cancellano le definizioni all'interno di una pagina. In modo gratuito. Spesso sono anonimi, ma identificabili attraverso l'indirizzo di origine della connessione internet. E ogni pagina permette l'accesso a una sorta di forum ("discussioni") per una prima valutazione sulla qualità dei contenuti. A controllare le infrazioni più evidenti delle policy è un gruppo di "amministratori" eletti dalla comunità di "wikipediani", attivisti impegnati nella crescita del progetto. Sono disponibili versioni in 273 lingue, ma la principale resta l'inglese con 3,5 milioni di articoli.
Eppure non sono pochi i dibattiti attorno all'enciclopedia online. La rivista Nature, per esempio, aveva stabilito che Wikipedia ha in media pochi errori in più dell'Enciclopedia Britannica. Ma si tratta di uno studio contestato da parte della comunità scientifica: non è stata trasparente la procedura per la selezione di chi ha valutato l'enciclopedia online. E alcune attribuzioni degli errori a Britannica restano dubbie. Alcuni mesi fa anche "Il Sole 24 Ore" ha lanciato un dibattito sul tema della www.verità.
La gestione delle risorse economiche per l'enciclopedia online è affidata alla Wikimedia Foundation: attraverso una campagna online ha raccolto 16 milioni di dollari da donatori privati, il doppio rispetto a un anno fa. E riceve sostanziosi contributi anche da fondazioni non profit e aziende. La maggior parte delle spese copre i costi delle infrastrutture informatiche. Il pubblico di internet e i filantropi sono stati generosi. Per adesso la pubblicità sulle pagine sembra poter aspettare.