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Questo articolo è stato pubblicato il 27 gennaio 2011 alle ore 08:56.
Negli ultimi mesi Google combatte una battaglia impegnativa con due fabbriche online che inquinano le pagine delle ricerche online: i siti piratati stracolmi di pubblicità e le content farm, piattaforme impegnate nella produzione di informazioni, spesso di bassa qualità, che inondano il web in volumi industriali. Non è un problema da poco: i siti web sono 255 milioni, secondo le stime di Netcraft. E arrivare in cima tra i risultati di "Big G", soprattutto nella prima pagina, significa ricevere più traffico degli altri. I motori di ricerca, infatti, aiutano a orientarsi su internet a partire dalle parole digitate dagli utenti. Lo spam online, però, aumenta.
È intervenuto anche Matt Cutts, ingegnere che guida i progetti di "Big G" per la "search quality". Nel suo blog ricorda che nei risultati di Google «i siti spazzatura sono la metà di cinque anni fa». Ma ammette: «Nonostante abbiamo fatto dei progressi, abbiamo ancora sforzi in corso per continuare a migliorare la qualità». Sono le content farm alcuni tra i principali imputati per la diffusione dell'inquinamento digitale. Come Demand Media, appena quotata sul listino di New York. È specializzata nel monitoraggio delle frasi scritte dagli utenti: sono il punto di partenza per costruire guide e siti web in grado di attrarre visitatori. E funziona: l'anno scorso ha ottenuto un aumento del fatturato del 25% a 179 milioni di dollari. L'altro nodo dolente sono gli spazi online piratati gonfiati con la pubblicità, ma inutili per chi naviga su internet. Matt Cutts ha annunciato provvedimenti per migliorare il riconoscimento dello spam sul web da parte di Google. Poi ha chiesto un aiuto agli utenti per segnalazioni attraverso il browser Chrome.
Eppure l'insoddisfazione delle nicchie di tecnoappassionati non diminuisce. Sono ancora critici i blogger di Techcrunch: lamentano la moltiplicazione dei risultati inutili su Google. E anche uno tra i più noti luoghi di discussione sull'evoluzione di internet, Search Engine Land, scrive: «Avete informazioni non rilevanti nelle vostre ricerche. Molte. Avete bisogno di dimostrare che le cose migliorano sul fronte delle ricerche. Riducete il rumore. Ricordate alle persone perché sono venute su Google come prima destinazione sul web – voi davate una buona ricerca».