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Tecnologie Computing

La falla di Sandy Bridge costa a Intel un miliardo di dollari. E ai produttori di pc?

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Questo articolo è stato pubblicato il 04 febbraio 2011 alle ore 11:39.

Una corsa ai ripari che coinvolge tutti. A cominciare naturalmente da Intel, che tre giorni fa ha comunicato ufficialmente di aver scoperto un "bug" nel design del chipset "Cougar Point" Serie 6 integrato nella nuova architettura di processore multi core Sandy Bridge, per arrivare ai produttori di notebook, desktop e schede madre, impegnati in una forsennata campagna di richiamo e di rimborso con i clienti.

Il difetto che angustia i vertici del colosso di Santa Clara riguarda il probabile deterioramento nel tempo delle prestazioni delle porte Serial Sata (Sata), e cioè le interfacce che gestiscono i collegamenti della Cpu verso gli hard disk, i dischi a stato solido e i driver ottici, lettori Dvd e Blu Ray compresi. Intel ha immediatamente stimato costi, per riparare al problema e sostituire i sistemi affetti dalla vulnerabilità, in circa 700 milioni di dollari; a 300 milioni di dollari ammonterebbe invece il mancato fatturato nel primo trimestre 2011 (rivisto recentemente al rialzo a 11,7 miliardi). In totale lo scherzetto del chipset è un buco finanziario di circa un miliardo.

Una falla quindi non trascurabile, e non solo perché interessa circa otto milioni di chipset. La società, che ha scoperto il problema il 31 gennaio, ha subito bloccato la produzione e la vendita dei componenti incriminati e contestualmente avviato la fabbricazione di quelli nuovi, che saranno disponibili fra la fine di febbraio e la metà di marzo. Stando alle ultime indiscrezioni, la ripresa a pieno ritmo delle fabbriche dove si producono pc e schede madri con a bordo i chip Sandy Bridge dovrebbe tornare alla normalità a partite da aprile. L'avventura dei processori "Core i"di seconda generazione, iniziata ufficialmente al Ces di Las Vegas a inizio gennaio, è quindi partita male e buon per Intel che i consumatori finali interessati dal problema non dovrebbero essere moltissimi, visto e considerato che i computer con a bordo le nuove Cpu sono in vendita dal metà gennaio. Resta il fatto che lo stop è di quelli clamorosi, trattandosi oltretutto di un'architettura a cui la compagnia californiana lavora da parecchio tempo.

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Intel Sandy Bridge: i chip multicore di seconda generazione

Nella road map di Intel, il lancio della nuova architettura al silicio Sandy Bridge – avvenuto

Tags Correlati: Acer | Dell | Hardware | Hewlett Packard | Intel | Ray Blu | Sandy Bridge | Santa Clara | Task Force

 

Appena ricevuto l'allarme, Hewlett Packard, Acer e via dicendo hanno subito messo in moto le rispettive "task force" di assistenza ai clienti che prevedono diversificati piani di richiamo, riparazione (gratuita), sostituzione e rimborsi per chi ha già acquistato i computer interessati dal "bug". Hp, nella fattispecie, ha escluso dal problema le proprie linee di notebook e di prodotti enterprise (server e workstation), Dell ha limitato a quattro i modelli oggetto di richiamo (tre di questi sono pc multimediali e per il gaming), Acer ha fatto sapere di aver già fermato le spedizioni dei prodotti interessati e Lenovo (che ha predisposto il richiamo di alcuni modelli delle famiglie IdeaPad e IdeaCentre) ha segnalato che la probabilità di possedere un notebook o un desktop con il chipset difettoso è comunque molto bassa e che gli stessi potranno essere utilizzati fino a quando non si sarà reso disponibile il nuovo componente per la sostituzione.

Come detto, anche secondo Intel i computer Sandy Bridge con la falla finiti nelle mani dei clienti finali sono pochissimi ma il numero che quantificherebbe i pc già prodotti con il chipset difettoso, circa 500mila, non è certo di poco conto. E lascia di conseguenza spazio a varie domande. Quanto peserà sul mercato l'imprevisto "black out" produttivo degli Oem fedeli a Intel? Condizionerà il lancio di alcuni nuovi prodotti basati sulla nuova architettura, vedi per esempio i nuovi iMac e MacBook Pro di Apple? Amd, infine, la storica rivale del gigante del silicio, approfitterà della situazione per cercare di convincere alcuni produttori ad adottare più massicciamente le sue nuove Cpu Fusion con Gpu integrata in alternativa a quelle di Intel?

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