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Questo articolo è stato pubblicato il 06 luglio 2014 alle ore 08:12.

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a Con la firma del presidente José Manuel Barroso, la Commissione europea ha istituito il 24 giugno scorso il primo Consorzio di diritto europeo con sede in Italia: il Consorzio per le infrastrutture di ricerca analitiche e di sintesi dei materiali e biomateriali del Centro Europa (Ceric-Eric)
Questo tipo di consorzio, che ha una serie di agevolazioni, come l'esenzione fiscale e la semplificazione nelle gare di appalto, è stato appositamente pensato per la costruzione e la gestione di infrastrutture di ricerca. La sua definizione è avvenuta abbastanza recentemente, nel 2009, sulla spinta della necessità di sviluppare una rete di infrastrutture che mettessero l'Europa in grado di competere con gli Usa e il Giappone, ma, soprattutto, con i Paesi emergenti, quali Cina, India, Brasile. Paesi che, ogni anno, vedono crescere gli investimenti in ricerca del 20-25 per cento.
I membri che partecipano a questi consorzi di diritto europeo sono gli Stati o gli enti internazionali. Il nuovo consorzio Ceric raccoglie, oltre all'Italia, Austria, Repubblica Ceca, Romania, Serbia e Slovenia. Altri Paesi, fra i quali Croazia, Ungheria e Polonia, aderiranno a breve.
Ceric è stato costituito con l'approvazione unanime dei ministri della Ricerca di questi Paesi che, dopo una valutazione internazionale, hanno indicato la sede del Consorzio nel nostro Paese, presso il Centro di ricerca Elettra Sincrotrone Trieste.
Ma di cosa si occuperà il Consorzio Ceric? Mettendo in rete e integrando le migliori tecnologie e conoscenze nell'analisi e nello sviluppo di materiali e biomateriali, che operano nei nove Paesi partecipanti, il Consorzio offrirà un servizio scientifico e tecnico senza eguali. Permetterà infatti di esaminare e intervenire su qualunque materiale (e oggetto che ne sia costituito) con differenti tecniche complementari che vanno dalla microscopia elettronica alla risonanza magnetica nucleare, fino alla spettroscopia con neutroni e alla luce di sincrotrone, capaci – ognuna – di mettere in particolare risalto uno o più meccanismi alla base di determinate proprietà (magnetismo, durezza, flessibilità, proprietà farmacologiche, alimentari o chimiche eccetera).
Il Consorzio avrà quindi a disposizione tutti gli strumenti integrati per fare un check-up completo di ogni tipo di materiale od oggetto: dal genoma fino al cuscinetto a sfera o al reperto archeologico.
Le informazioni derivanti da questo check-up potranno essere utilizzate ad esempio per intervenire in un processo di preparazione industriale e innalzare la qualità del prodotto finito, magari quella della pasta, a partire dalla sua microstruttura o dalla durezza dell'acqua utilizzata.
Oppure per permettere la migliore fruizione di un'opera d'arte, per esempio in base ai dati sullo stato di conservazione di un violino antico.
Questi mezzi troveranno quindi applicazione in ambiti che vanno dalle scienze della vita alle nanoscienze e nanotecnologie, dai beni culturali e ambientali alle scienze dei materiali.
In Europa la conoscenza di queste tecnologie e processi e la capacità di svilupparli non sono rimaste appannaggio del mondo accademico, ma si sono sempre più aperte al mondo dell'impresa, sia attraverso la fornitura di servizi e consulenze erogati dai centri di ricerca, sia attraverso la collaborazione dei ricercatori con le industrie, rispondendo così sempre meglio alle esigenze del mercato.
Se la disponibilità delle tecniche, prese finora singolarmente, ha quindi già dato alle industrie europee di diversi settori (manifatturiero, farmaceutico, energetico, tessile, agroalimentare) la capacità di emergere nel confronto con i Paesi a minor costo di mano d'opera, oggi che questi stessi Paesi hanno incominciato a migliorare i loro processi produttivi, una risposta di qualità sempre più spinta e organizzata è diventata ancora più importante.
L'approccio internazionale pan-europeo di Ceric-Eric, teso a superare duplicazioni e frammentazioni nel sistema della ricerca, va proprio in questa direzione, in piena sinergia con il programma Horizon 2020 e teso a rinforzare sempre di più la competitività dell'area europea, nella ricerca e non solo.
Carlo Rizzuto è presidente
di Elettra Sincrotrone Trieste
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